E’ stata apprezzata l’iniziativa di ricordare ai posteri la storica visita di papa Wojtyla a Gorizia, undici anni fa. Anche come gruppo consigliare il Forum aveva presentato a suo tempo un ordine del giorno, fatto proprio dal Sindaco, nel quale si sottolineava l’opportunità della memoria di un evento che aveva sollecitato la città a camminare sulle strade della “comunione nella ricchezza delle diversità”. Ora che la targa è stata scoperta, accanto al plauso occorre sottolineare anche un rilevante motivo di perplessità.
Si tratta della lingua, la valorizzazione della quale è elemento determinante per realizzare proprio ciò che il papa con le sue parole suggeriva, “Gorizia, porta aperta sull’Est Europeo e sull’Europa Centrale”: è un peccato non aver pensato a una lapide trilingue (come per esempio si può constatare nella lapide dedicata all’esecuzione dei “Tolminotti” dall’altra parte della piazza o in tutti i monumenti inaugurati in questi ultimi anni sull’Iter Aquileiense, da Aquileia al Monte Lussari), tanto più che lo stesso Giovanni Paolo II parlò in quel contesto in italiano, sloveno e friulano. Tra l’altro Piazza Vittoria (Travnik) nell’occasione era mezza vuota e se non ci fosse stata una massiccia presenza di fedeli provenienti dalla Slovenia il colpo d’occhio – proprio dall’angolo dove è stata collocata la lapide – sarebbe stato desolante!
Infine, un avviso contestuale: per iniziativa del Circolo Navarca di Aiello del Friuli, fino a domenica 19 è possibile visitare la mostra con il ritratto in mosaico dei 266 vescovi di Roma, da Pietro a Francesco: un’opera originale e molto interessante, in mosaico di tela, realizzata dall’artista Osvaldo Zorzenon su “cartoni” ispirati ai “volti” effigiati nella basilica romana di San Paolo fuori le mura. Un suggestivo tuffo nella storia, nella cappella della Santa Croce in via Arcivescovado a Gorizia.
Andrea Bellavite
Tre lingue? Io ci avrei aggiunto anche una quarta: il tedesco. Tanto per ricordare che in questa disgraziata ex città declassata a borgo dormitorio per 400 anni c'è stata anche una fondamentale componente austriaca epurata e dimenticata.
Ma la negazione della memoria e l'epurazione continua ancora oggi ad opera, non si capisce se cosciente o nella completa insipienza, di questa evanescente Giunta comunale.
Una linga per il loro standard è già tanto, forse troppo.
Accontentiamoci?
Euro Tedesco
Trije jeziki? Tu bi jaz dodal še četrti: nemščina. Naj vas spomnim, da je v tem bednem mestu znižala za nekdanjo spalnico vasi za 400 let, je bila tudi temeljna sestavina avstrijski očiščen in pozabljena.
Ampak zanikanje pomnilnika in purge še naprej delati, pa ni jasno, ali zavestno ali v popolni nevednosti tega Minljivo mestnega sveta.
Jezik za njihov standard je že preveč, morda preveč.
Bodimo vsebina?
Drei Sprachen? Deutsch: Dort würde ich eine vierte hinzugefügt haben. Lassen Sie mich daran erinnern, dass in dieser elenden Stadt herabgestuft ehemaligen Wohnheim Dorf seit 400 Jahren gab es auch eine grundlegende Komponente österreichischen gespült und vergessen.
Aber die Verweigerung der Speicher und die Spülung noch weiter zu arbeiten, ist es nicht klar, ob bewusst oder in völliger Unkenntnis dieser abklingenden Stadtrat.
Eine Sprache für ihre Standard ist schon zu viel, vielleicht zu viel.
Begnügen wir uns sein? Anonymus de Anonymis
A parte le lingue, a me quel papa non è mai piaciuto e credo nemmeno agli abitanti dei paesi dell'est che, con il suo anticomunismo viscerale, ha condannato ad una miseria spevantosa in cambio della libertà amministrata da Putin. Almeno il nuovo papa ha criticato il mondo speculativo e della finanza. Non ha nominato il capitalismo ma è già un passo in avanti.
per Anonimo (specialità tipicamente goriziana) del 17 maggio 2013 ore 14.05.
Papa Giovanni Paolo II oltre che visceralmente anticomunista era anche antifascista….e antinazista … mi sembra.
Poi, prima di lui in Vaticano, c'era il Paradiso nei Paesi dell'Est?
C'era liberta di stampa? C'era liberta' di espressione? (forse nella mitica DDR – Ah come erano belli i tempi della DDR, vero anonimo?), c'era libertà di movimento?
Anche Carol Wojtyla condannava il capitalismo, eccome, basta risentire alcuni suoi discorsi, leggere alcune sue encicliche..
Come mai – scusa – poi il centro sinistra in Italia cerco' di farne una sua icona?
E poi, è colpa sua se in Russia è andato al potere Putin?
Ah, questo fascinazicomunismo….
SaLUTI. Mauro