Scuola bene comune? E’ stato questo il tema dell’interessante tavola rotonda promossa dal Forum per Gorizia, che si è svolta questo pomeriggio presso la Fondazione Carigo di Gorizia. Prendendo lo spunto dalla vicenda dei contributi “volontari” interpretati di fatto come obbligatori da parte delle famiglie, Anna Di Gianantonio ha posto la domanda di fondo, riguardante la considerazione e il significato della presenza dell’istituzione scolastica in Italia. Stefano Cosolo e Alessandro Famos hanno evidenziato la questione, sottolineando la necessità di una maggior trasparenza negli atti della scuola, soprattutto quando vengono richieste ulteriori contribuzioni a cittadini già abbondantemente vessati dalle tasse. Alessio Sokol ha rilevato alcuni standard di qualità, evidenziando come la scuola in Italia cammini con difficoltà soprattutto al Sud e stigmatizzando la differenza come uno degli elementi critici del momenti attuale; ha riconosciuto anche un sistematico attacco alla scuola “pubblica”. Leonardo Milocco, criticando il sistema delle prove invalsi, ha parlato delle autentiche finalità del sistema didattico, quelle di creare un cittadino “consumatore”, in grado di affrontare una vita segnata dalla precarietà e dalla permanente flessibilità lavorativa. Laura Fasiolo ha spiegato perché sia necessario aggravare la situazione già pesante delle famiglie con la richiesta dei contributi “volontari”, per sopperire all’evidente carenza di intervento da parte dello Stato. Il dibattito con i numerosi intervenuti è stato interessante e partecipato, ma in tutti è rimasta la consapevolezza di dover procedere con ulteriori passi nell’approfondire la situazione della scuola, uno dei crocevia decisivi della società di oggi e di domani.
La scuola (dalle elementari all'università) castra di fatto la creatività dei bambini. Pensiamoci un attimo, richiudiamo i bimbi in caserme dove vengono inculcati insegnamenti spesso obsoleti, sovente inutili dove lo STUDIARE affonda l'IMPARARE. Quando un bimbo di sei anni dovrebbe ancora giocare, a correre, a scoprire la natura, ecc… Qualche video di Silvano Agosti su youtube potrebbe insegnarci qualcosa… oppure questo contributo audio uscito proprio ieri calza a pennello: http://blog.miglioriamo.it/2632/tempodicambiare-28/?utm_source=buffer&utm_medium=twitter&utm_campaign=Buffer&utm_content=bufferb98a7
Buona giornata 🙂
Sacrosanta verità, ma quello che lei dice serve a mantenere "l'armonia" del sistema:
1) la sicurezza di chi gestisce il potere di avere future generazioni acritiche e facilmente asservibili;
2) la tranquillità di insengnati e dirigenti scolastici che si autoincensano e si assolvono da ogni peccato compiaciuti di aver svolto il loro compitino;
3) la tranquillità dei genitori il cui fine è, sovente, aver assicurato un "parcheggio" per i propri figli.
Allora chiedo se c'è qualcuno che ha interesse e volontà a "rompere" questa armonia!
Nel mio piccolo ho parlato con qualche insegnante (anche universitario) e lo stanno comprendendo… quest'ultimo ha detto qualche tempo fa questa frase:
"studiare non serve a nulla, anzi studiare serve a capire che alla fine non serve a nulla". Chiaramente la maggioranza si rifiuta di comprendere questo e lotta per mantenere lo status quo… lo schiavo difende il padrone (Silvano Agosti). Purtroppo la "sicurezza" è ahimè assai relativa, specialmente in questi periodi di "crisi", di CAMBIAMENTO, ecc… ma se varrebbe la teoria delle 100 scimmie essere ottimisti mi sembra obbligato. Grazie del commento Stefano, un caro saluto anche ad Andrea Bellavite, a prestoooooo 😀
Confesso di avere qualche difficoltà nel seguire il dibattito che si e' sviluppato dopo una felice iniziativa che avrebbe dovuto, a mio parere, coinvolgere un numero maggiore di "portatori di interesse" che vivono o lavorano nel contesto scolastico. Una osservazione (senza alcun intento polemico): un atteggiamento meno categorico (nel dibattito e non nelle ottime relazioni) non potrebbe sviluppare una più ampia partecipazione?
Mi è sembrato che l'obiettivo sia stato centrato: a partire da una questione apparentemente di contorno sono emersi temi fondamentali, primo fra tutti quale scuola si sta preparando per il futuro. I relatori sono stati bravi, efficaci e puntuali, il dibattito ricco. L'idea di dare a chi insegna la parola sulla scuola e non ai politici o agli informatici si rivela vincente perchè si vede la competenza degli stessi. Informeremo chi non c'era su quanto è stato detto: non scontato, non banale, non subalterno. A me è parsa un'ottima iniziativa, anche perchè ha messo insieme vari soggetti, tra i primi le famiglie. Concentriamoci su questo.
Ero presente ieri e ho apprezzato l'iniziativa e gran parte deli interventi, ma ritengo sia da prendere in seria considerazionel'osservazione finale di Andrea per andare oltre le pur opportune denunce o approfon-
dimenti specifici. E ciò proprio per concretizzare ciò che nel titolo appariva come l'aspetto più interessante che invece è stato del tutto trascurato. "Scuola bene comune", i benei comuni sono materia troppo vasta, complessa e perchè no controversa,per apparire solo come slogan. E non per aprire un'ulteriore fin troppo facile polemica ma per prendere la cosa con l'opportuna serietà e correttezza che voglio ricordare la drammatica fine dello slogan elettorale "Italia bene comune".
Aprire una pagina di approfondimento su tale materia credo che "ci" permetterebbe di chiarire meglio qualsiasi possibilità di intervento sulla scuola. Naturalmente a questo punto mi rendo disponibile…
a una prossima riunione del Forum quindi? vanni mancini.
Continueremo ad occuparci di scuola, caro Vanni. alla prossima ti facciamo sapere. anna
una soluzione ci sarebbe abolire il contributo pubblico alle scuole private perché nessuno ne parla solo a bologna