L’allarme dei commercianti goriziani e’ piu’ che giustificato: non occorre una laurea in economia per accorgersi dell’avanzare di una crisi che non puo’ essere attribuita soltanto alla situazione generale. Il presidente ascom rileva la difficolta’ di “reggere” le tasse sempre piu’ alte. A tale problema c’e’ da aggiungere il “peso” di affitti astronomici e – naturalmente – il cambiamento degli equilibri internazionali che hanno rovesciato il tradizionale flusso di acquirenti “est-ovest”: questione che e’ stata aggravata dal lunghissimo stallo dei lavori in via Rastello e Piazza Vittoria, anche se “coperta” per qualche anno dalla massiccia presenza di negozianti cinesi, anch’essi ormai sulla via di abbandonare la nave prima che affondi.
I commercianti hanno tutte le ragioni per alzare la voce, ma i destinatari delle loro proteste non possono essere individuati nell’iperuranio del “destino cinico e baro”, ma in chi in questi decenni ha retto le sorti della citta’: gli amministratori che non hanno previsto le conseguenze dell’allargamento dell’unione europea, che hanno paralizzato ogni creativita’ nei lacci di burocrazie inestricabili, che non hanno predisposto neanche una bozza di progetto politico a favore del commercio goriziano e – se l’hanno fatto – sono rimasti al livello di spot pre o post elettorale, che non hanno relizzato concreti tavoli di collaborazione con Nova Gorica e dintorni per affrontare insieme la contingenza; i dirigenti dell’ater che hanno mantenuto da anni – se non da decenni – sfitte le unita’ immobiliari non residenziali, senza metterle a disposizione a fronte di affitti agevolati; i vari amministratori comunali, provinciali e regionali, i deputati e senatori italiani e gli europarlamentari che per la realta’ goriziana non sono riusciti ad andare oltre lo striminzito e finora del tutto inefficiente Gect, pur conoscendo le conseguenze della fine della zona franca e del mancato rapporto con la Slovenia.
ab
Proprio così. E' il fallimento non solo del commercio, ma di un'intera classe dirigente che non ha subito uno tzunami, visto che le cose le sapeva benissimo, ma che non ha fatto nulla e che continua a non fare nulla, perchè sapeva solo amministrare i soldi degli americani e dei jughi che comprava jeans
Non ci vorrebbe molto a creare dei momenti di incontro in cui non solo ascoltare, ma proporre le idee per lo svluppo commerciale e artigianale da iniziare in città. Certo qualche idea bisognerebbe averla e purtroppo di questi tempi è merce rara.