C’era una volta un bel paesino del Sud Tirolo, si chiamava Curon, aveva un unico difetto: si trovava troppo vicino alle sorgenti dell’Adige e fin dal lontano 1920 qualcuno aveva ritenuto che quel luogo fosse l’ideale per la costruzione di una centrale idroelettrica. Molti tentarono l’impresa, l’obiettivo fu raggiunto dalla Società per l’Energia Elettrica Montecatini, autorizzata nel 1939 da un Ministero di Roma che prevedeva l’innalzamento di una diga e la realizzazione di un bacino con l’acqua alta fino a 22 metri.
Geologi, personalità delle cultura austriache e italiane cercarono in tutti i modi di dissuadere i soliti noti, ma non ottennero nulla. Nel 1948 la Montecatini iniziò la costruzione della diga, alta 40 metri e lunga 230. Per farla breve, gli abitanti del paesino se ne dovettero andare e le loro case furono ridotte a macerie. Anche la chiesa fu fatta esplodere, ma il campanile si rifiutò di seguirne la sorte. Ed è ancora lì, dopo oltre 60 anni, in mezzo al lago, singolare attrazione turistica per chi non vuole conoscerne la storia, per tutti memoria di un progresso che edifica cattedrali agli interessi economici e affonda i segni del proprio passato.
A proposito, la Val Venosta è meravigliosa, offre mirabili paesaggi e inattesi tesori d’arte. Consente anche di incontrare piccoli musei, modello di intelligente riproposizione degli eventi – antichi e recenti – che hanno caratterizzato la valle; ma anche nuove forme di gestione cooperativistica del territorio, originali alternative al liberismo selvaggio. Un’ottima meta per una “due giorni” estiva, oppure – perché no? – per una bella gita autunnale organizzata dal Forum per Gorizia…
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C’era una volta… Storia antica e contemporanea nel Sud Tirolo
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