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Quanto guadagnano i manager della sanità?

9 Agosto 2013 by Andrea Bellavite 8 commenti

In risposta all’articolo su Messaggero Veneto del 27.07 che riprendeva i post pubblicati il 22 e il 25 luglio, interviene sul quotidiano e su questo blog – qui il testo della riflessione è integrale – il Responsabile della Comunicazione dell’Ass2 Isontina.

In merito alle affermazioni attribuite dal Messaggero Veneto al dott. Andrea Bellavite (Sabato 27 luglio pag. 21, Bellavite accusa: “È assurdo dare il premio di produzione ai manager”) sono necessarie alcune precisazioni.
La sanità pubblica adotta (per legge) il cosiddetto management by objectives. In altri termini gli emolumenti dei manager sono in parte dipendenti dal raggiungimento di obiettivi conferiti ai dirigenti e ai collaboratori a vari livelli di negoziazione. Nel caso dei dirigenti di struttura è la direzione aziendale a conferire gli obiettivi; nel caso dei direttori aziendali è la regione a farlo direttamente. Si deve pertanto ritenere che quei direttori che hanno ricevuto quello che l’autore chiama premio di produzione siano quelli che hanno raggiunto gli obiettivi assegnati. A me è capitato di collaborare con direttori che hanno raggiunto gli obiettivi, ma anche con quelli che non li hanno raggiunti e, quindi, non hanno percepito la parte di retribuzione legata al risultato. Va da sé che questa dinamica non vanifica affatto i tagli alle retribuzioni che ci sono stati, come impropriamente sostenuto nell’articolo.
Cosa ci sia di assurdo e ridicolo in tutto questo si fa fatica a comprendere.
Ma forse l’oggetto dello scandalo è poche righe dopo, quando l’autore rivela al pubblico che i manager delle aziende sanitarie percepiscono  “uno stipendio mai inferiore a 10 mila euro al mese”. Ma netti o lordi, dal momento che il netto corrisponde più o meno alla metà del lordo? L’autore non lo dice, anche se immagino che dopo questa nota risponderà che lui intendeva dire lordo. Ma questo non è un dettaglio, perché è proprio sull’ambiguità della comunicazione che si regge lo scandalo.
D’altra parte la clamorosa rivelazione del dott. Bellavite si riferisce a notizie amministrative documentate che sono diventate pubbliche per legge.  Ad esempio, per quanto riguarda l’Ass2 basta entrare nel sito aziendale (http://portale.ass2.sanita.fvg.it/), cliccare il link a destra Trasparenza e valutazioni di merito, per accedere al misterioso mondo degli stipendi dei direttori e dei dirigenti. Così chiunque può venire a sapere che nel 2012 il direttore generale Marco Bertoli ha ricevuto un compenso annuo lordo onnicomprensivo di poco meno di 109.000 euro e che il direttore amministrativo Ilaria Venturini si è fermata a 104.500. Nel contempo, grazie ai sacrifici del dott. Fulvio Calucci come facente funzione, l’Azienda ha anche risparmiato lo stipendio del direttore sanitario. Affinché i lettori capiscano di più di cosa stiamo parlando, il reddito del direttore generale dell’Ass2  nel 2012 si traduce in una busta paga mensile di circa 5.500 euro. Per altro, confrontando questi emolumenti con quelli dei dirigenti, si nota un fenomeno alquanto raro nelle dinamiche retributive: 33 dipendenti dell’Azienda, ovviamente dirigenti di strutture operative e complesse, guadagnano più del direttore generale. Una situazione paradossale, dovuta in larga misura proprio al taglio degli stipendi dei manager che, secondo l’autore, sarebbe stato vanificato. Vero è che se osserviamo i dati del 2011, scopriamo che il direttore generale Gianni Cortiula ha percepito in quell’anno 130.700 euro. Si tratta di oscillazioni dovute a fattori contrattuali contingenti e, in ogni caso, di un tetto oltre il quale è difficile andare, retribuzione di risultato compresa.
Occorre infine ricordare che i manager  di cui stiamo parlando, in cambio di una cifra oscillante tra i 105.000 e i 130.000 euro all’anno (il che significa che nella busta paga mensile non compaiono mai più di 5.800 euro) hanno amministrato e amministrano un bilancio di poco meno 280 milioni di euro; governano un’organizzazione articolata in centinaia di strutture disseminate nel territorio che producono migliaia di prestazioni al giorno; hanno alle loro dipendenze più di duemila persone, la maggior parte dei quali professionisti; sono stati positivamente valutati nella loro azione sia da istanze istituzionali che dal mondo delle associazioni di volontariato e di tutela dei diritti dei cittadini. Credo sia difficile dimostrare che siamo di fronte ad un caso di spreco di danaro pubblico. Meno che mai pare calzante, nella fattispecie, l’immagine della “casta”.
Parole in libertà, verrebbe da dire, se non fosse che la tendenza a spararla grossa, tanto per alimentare le rubriche giornalistiche mistifica la realtà delle cose;  induce ad affrontare problemi seri, come l’uso delle risorse pubbliche in una fase come quella che stiamo vivendo, allo scopo di ottenere un consenso a buon mercato. Questo, ci si permetterà di dirlo, non è un modo onesto di comunicare con l’opinione pubblica. Se poi, i rinnovatori di oggi somigliano così da vicino all’uomo qualunque di ieri, allora c’è davvero poco da stare allegri.
Adelchi Scarano, Responsabile comunicazione, Ass2 Isontina
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Archiviato in:politica, sanità

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Anonimo dice

    9 Agosto 2013 alle 22:14

    Dalla descrizione traspare una visione a dir poco verticistica e per nulla partecipata. Per un responsabile della "comunicazione" può risultare una dote apprezzata dai Direttori mentre per gli utenti appare poco, anzi per nulla, "condivisa e condivisibile". Questo sistema poco empatico (ma molto costoso, e non solo in chiave economica) mi spaventa! Ma l'azienda sanitaria non dovrebbe essere vicina al cittadino?

    Rispondi
  2. Anonimo dice

    10 Agosto 2013 alle 9:43

    "assurdo e ridicolo" forse perchè milioni di altri lavoratori non lavorano con il management by objectives (!) dato che il raggiungimento degli obiettivi è insito nel concetto di lavoro e non viene incentivato.Lo stipendio di 5500 euro mensili è tre volte quello di un altro laureato alla fine della carriera: il fatto che per un solo anno il dott. Cortiula abbia guadagnato 130 mila euro significa che in 12 mesi ha preso quasi sette volte quello che percepisce un lavoratore a 20 euro l'anno laureato. Certo non parliamo nè di casta, nè facciamo demagogia: sappiamo che c'è chi guadagna 90 mila euro al mese, pari a 3000 euro al giorno e non è certo il caso della sanità, che ha responsabilità e problemi, ma non più di altri settori, però.

    Rispondi
  3. Anonimo dice

    10 Agosto 2013 alle 10:17

    Il Responsabile della comunicazione ha forse dimenticato di aggiungere ai 130.700 euro percepiti nel 2011 dal dott. Cortiula anche i 24.700 euro recentemente deliberati dalla Regione per il raggiungimento degli obiettivi allo stesso assegnati dalla giunta Tondo. Questo per completezza. Se questo corrispondesse (e' fortemente improbabile che il premio sia stato già corrisposto) oltre al tono, anche il contenuto appare di parte. D'altra parte anche il dott. Scarano appartiene al gruppo dei dirigenti scelti per "chiamata diretta".

    Rispondi
  4. Anonimo dice

    10 Agosto 2013 alle 11:06

    Il post precedente contiene un'informazione che non compare nel sito dell'Azienda alla voce "trasparenza" e mi riferisco ai 24.700 euro che sarebbero stati percepiti per il raggiungimento degli obiettivi dal dott. Cortiula nel 2011. Nel sito,infatti, si parla di compensi "onnicomprensivi" : se i 24.700 euro non fossero compresi nello stipendio di 130.700 euro, evidentemente il dato del compenso "onnicomprensivo" sarebbe non veritiero e sarebbe un serio problema di "non trasparenza".
    Ma il problema vero riguarda la mancanza di trasparenza e pubblicità degli obiettivi che vengono scelti all'interno dell'azienda,al fatto che i risultati vengano effettivamente raggiunti e alla cifra stabilita. La recente legge sulla trasparenza totale ( 33/2013 ) prevede l'accessibilità totale di tutte le informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni, affinchè i cittadini possano esercitare un controllo sull'attività dell'ente e sul modo in cui vengono spesi i soldi pubblici.
    Il rapporto tra i cittadini e istituzioni deve cambiare; in particolare queste ultime non possono più permettersi toni di supponenza nei confronti dei cittadini e capire che tutti i loro "dati" devono essere pubblici.L'azienda sanitaria è un ente pubblico che deve applicare la legge, che tra l'altro contiene due articoli ( il 41 e il 42 ) previsti appositamente per essa. Rosamaria Fontana Forzi

    Rispondi
  5. Andrea Bellavite dice

    10 Agosto 2013 alle 12:32

    Ringrazio il dott. Scarano per le osservazioni relative ai miei post del 22 e del 25 luglio. Ognuno può commentare come meglio crede, a me preme soltanto aggiungere qualche precisazione.
    1. I miei commenti non volevano affatto offrire una "clamorosa rivelazione", ma erano relativi a una notizia regolarmente pubblicata sul giornale locale il 22 luglio.
    2. L'argomentazione non riguardava affatto gli stipendi troppo alti dei direttori generali (nell'articolo del quotidiano ci si riferiva solo ad essi), bensì la logica del "premio" ai manager per il raggiungimento degli obiettivi. A fronte di stipendi mediamente oggettivamente alti, che senso ha prevedere ulteriori emolumenti a chi "ha compiuto il proprio dovere"?
    3. La contestazione a tale logica aziendale sottintendeva la critica al concetto di "obiettivi", molto ben evidenziata da Rosamaria Forzi nel commento precedente: quali sono i criteri che "giustificano" il raggiungimento dell'obiettivo e con quali strumenti vengono verificati? Il pareggio di bilancio? La soddisfazione delle persone ammalate? L'entusiasmo del personale professionale?
    4. Non si vuole in alcun modo negare il diritto di chi ha grandi responsabilità a una giusta mercede, indipendentemente dalle distinzioni tra lordo e netto che forse interessano relativamente i contribuenti. Solo ricordo lo scandalo e le accuse di qualunquismo ricevute da consiglieri regionali (di tutti gli schieramenti) di fronte al suggerimento di "minimizzare" i loro stipendi: oggi fanno a gara per essere i primi firmatari dei "tagli" imposti dalla paura dei forconi dei poveri, pericolosamente manovrati dalle parole dei ricchi di turno. La mia proposta al direttore generale disposto a rinunciare al "premio partita" era in realtà un consiglio caritatevole: voleva solo evitare l'umiliazione di dover fare un domani per necessità ciò che si poteva fare ancora oggi per virtù.
    Andrea Bellavite

    Rispondi
  6. Anonimo dice

    10 Agosto 2013 alle 20:28

    Caro Andrea
    il ragionamento e le cosiderazioni poste erano certamente di ordine generale. Se hanno destato, e a distanza di un certo tempo, la reazione puntuale (puntuta) affidata ad un ben individuato e istituzionale Servizio dell'Azienda sanitaria significa che sono state in grado di stimolare particolari punti dolenti e risvegliare sentimenti latenti o paure nascoste. Ancora una volta il Forum si e' rilevato in condizione di suscitare un dibattito su questioni importanti che, per molti, sarebbe più opportuno non toccare. Mi sembra che sia giusto così.

    Rispondi
  7. Anonimo dice

    11 Agosto 2013 alle 9:30

    Voglio personalmente ringraziare l'anonimo del commento precedente. E' davvero duro a volte, e in questo ultimi tempi la cosa è successa più volte, dover prendere posizione sapendo che spesso si è soli ed anche più deboli dal punto di vista delle relazioni politiche e del denaro (quindi dei rapporti di forza, ndr). A Gorizia per dire o fare certe cose ci vuole coraggio, perchè le tre armi usate sono: indifferenza, ( effetto muro di gomma)critica e denigrazione ( tanto è alcolista, sfigato, lasciato dall'amante, brutto, tossico, comunista, morto di fame, infoibatore, slavo, ecc.) Da qui una tendenza psicologica a farsi accettare per non essere messi ai margini, oppure l'esilio via di qui o nel mutismo. Il commento gentile che rassicura, come quello precedente, rinvigorisce e rasserena. Se tutti quelli che grosso modo condividono certe idee riuscissimo ad essere l'uno con l'altro più caritatevoli e solidali (parlo di sentimenti laici e non religiosi), tutto sarebbe più semplice. adg

    Rispondi
  8. Anonimo dice

    14 Agosto 2013 alle 11:27

    La stessa indifferenza che si coglie ancora in giro a proposito della questione del blocco alla perequazione delle pensioni che superino non i 90.000 euro, ma più semplicemente i 1.500 euro, ormai da due anni, ed intanto la Corte Costituzionale che dovrebbe tutelare tutti i cittadini della Repubblica, ha fatto in giugno scorso una sentenza che libera da quelle trattenute solo le pensioni dei privilegiati oltre i 90.000 euro. Se i sindacati dei pensionati leggono questo blog, perchè non dicono la loro???!!! Dov'è la tutela del piccolo consumatore, o meglio ancora, dov'è la costituzionale difesa ed affermazione del diritto al lavoro ??? !!! Sarebbe interessante sapere quanto ci ha guadagnato l'erario dalle pensioni medio basse in questi due anni !!! Buon giorno a tutti.
    Anonymus de Anonymis
    Anonymus de Anonymis

    Rispondi

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