Quella di oggi è una giornata di silenzio per Gorizia: una persona che “parte”, a diciassette anni, semina in tutti – conoscenti o meno – una selva di interrogativi. Probabilmente non c’è nessuna adeguata risposta, almeno a livello razionale. Per questo non ci si può che inchinare di fronte al grande Mistero della Vita e stringersi con profonda umana solidarietà ai suoi cari.
forse qualcuno dovrebbe riflettere sul "disagio" giovanile, di cui nessuno parla. Eppure il consumo di alcol, di droghe pesanti,la depressione strisciante e latente che viene commentata come "poca voglia di fare", la frequenza ai CIM e molti altri segnali, ci indicano che, mentre negli anni 50 e 60 c'erano i teddy boys e poi i giovani che nei gruppi sfogavano rabbie generazionali oltrechè sociali, oggi tutti appaiono molto più propensi ad interiorizzare il male di vivere o a cercare di adeguarsi, con un realismo devastante, alla società in cui vivono con analoghi risultati. Mi piacerebbe che qualcuno parlasse di questa disperazione e il grande turbamento innescato dalla tragedia di questi giorni non dovrebbe essere muto o confinato solo ai social network.