La vicenda della minacciata guerra contro la Siria di Assad porta contorni troppo originali per non essere sottolineati.
La questione di fondo resta sempre la stessa: ciascuno cerca di “portare a casa” il massimo tornaconto possibile, sulla pelle della povera gente, costretta tra l’incudine di regimi violenti e il martello dei missili fatti piovere dalle potenze straniere. Mancando un riconosciuto arbitrato internazionale vige la legge del più forte, che sotto il pretesto dell’operazione di polizia planetaria, “attacca” con o senza l’avvallo dell’Onu. Il tutto funziona (nel senso che salvaguarda gli interessi) almeno fino allo scontro con qualche altra forza, altrettanto o maggiormente preparata dal punto di vista militare: a quel punto, o ci si accorda o la guerra tracima e diventa mondiale. Nel secondo caso le nazioni belligeranti nascondono dietro l’orrore – reale e/o inventato – delle gesta del dittatore di turno, la speranza di risolvere le proprie crisi energetiche, finanziarie e politiche con un comunque incontrollabile bagno di sangue.
Le posizioni degli Stati “occidentali” sono la dimostrazione che non esistono più la “sinistra” o la “destra” basate sulle idee, ma solo appunto sulla necessità di “tutelare i propri interessi” (il virgolettato è di Kerry). Il Vescovo di Roma gioca la carta della proposta del digiuno per la pace e ottiene molta più attenzione dei suoi predecessori: senza togliere nulla alla sua simpatia e al suo coraggio, il suo pubblico slancio anti-intervento può essere spiegato anche dalla constatazione di un enorme fronte trasversale che sostiene di pensarla come lui, a differenza di quanto accaduto nel recente passato. Sta di fatto che i missili del tanto atteso “democratico” Obama vengono approvati con entusiasmo solo da uno dei simboli del centro sinistra europeo, il francese Hollande; che governi di centro destra rifiutano con decisione l’idea di un’azione bellica, mentre la Russia e la Cina sembrano stranamente imbarazzate; che in Italia il “digiuno” di Francesco ha fatto più breccia nella compagine del tradizionalmente filo-americano centro destra che nei gruppi del “no alla guerra, senza se e senza ma”, ben più attivi nelle precedenti occasioni.
L’impressione è che alla maggior parte degli schieramenti politici non gliene importi alcunché della Siria e della sua popolazione, ma che ciascuno cerchi di trovare il modo di posizionarsi nel modo migliore possibile in vista delle prossime sempre più delicate mosse sullo scacchiere internazionale.
Il Vaticano ringrazia e ritorna nella ristretta cerchia degli Stati chiamati a determinare l’assetto del mondo.
ab
Non fatelo, fermatevi!!!Aderisco con convinzione all'iniziativa del digiuno per la pace di domani: tocca purtroppo constatare ancora una volta che gli organismi internazionali e sovranazionali, che dovrebbero essere arbitri in queste ed in altre situazioni di conflitto e tentarne la soluzione con strumenti esclusivamente diplomatici e pacifici, sono del tutto inadeguati al compito, i loro membri non parlano con una sola voce, non riescono a trovare una posizione condivisa. Al paradosso di un presidente premio Nobel per la pace che progetta un intervento armato fa da contrappunto l'opposizione di forze tradizionalmente interventiste e guerrafondaie, forze politiche di destra che respingono l'opzione militare non perché si siano improvvisamente convertite al pacifismo o perché abbiano a cuore la salvaguardia della sicurezza delle popolazioni coinvolte, ma semplicemente perché in questo momento NON E'CONVENIENTE, non risponde ai loro interessi e non paga in termini di consenso: odioso, ipocrita opportunismo, questo è! L'impressione è che molti stiano attendendo gli effetti del passo falso di Obama & sodali per poi cavalcare elettoralmente il loro fallimento: più conveniente adesso starne fuori, non sporcarsi le mani, basta aspettare, si faranno fuori da soli, perché sprecare tempo ed energie? Comunque, tornando all'iniziativa di domani, anche se con tutta probabilità non produrrà alcun effetto, io ci sarò e credo che su questo tema vada fatto un approfondimento, con l'aiuto di persone competenti e qualificate, per capire quali azioni alternative ed incisive possano concretamente essere agite in questa e nelle tante altre situazioni di conflitto attualmente in corso in varie parti del mondo, che hanno minore visibilità e impatto mediatico (perché???), che non conquistano le prime pagine dei giornali e di cui, perciò, ci si dimentica in fretta. Jamais plus!!! Anna V.