Si riceve e molto volentieri si pubblica, in vista dell’incontro di studio che si svolgerà domani, 19 settembre con inizio alle ore 16.30 presso la sala delle conferenze della Caserma “Federico Guella” di Piazza C. Battisti:
Il 70° anniversario dell’armistizio dell’8 settembre 1943 è stato ricordato ampiamente in questi giorni dalla stampa locale e nazionale. Né sono mancate alcune pubblicazioni che nel corso dell’anno hanno richiamato problematiche relative alla svolta del 1943 ma se è ancora prematuro un bilancio complessivo di questo confronto culturale, storico e politico, si teme di avere ancora una volta perso un’occasione per un approfondimento sereno e complessivo della questione senza la riproposizione ormai stanca di luoghi comuni che non portano molte novità per una conoscenza più precisa di fatti che fin dalla loro genesi presentavano oggettive complessità.
Da qualche anno siamo venuti a sapere che anche reparti dell'esercito italiano hanno combattuto dal primo momento gli occupatori nazisti, al prezzo di tante vittime. Questo dopo poco meno di settant'anni dai fatti, questa mi pare la considerazione più importante da fare in merito. Perchè in questa città dominava ed è ancora maggioritaria una cultura ultra nazionalista che non ha mai avuto alcun interesse a ricercare e mettere in luce quei fatti. Non ha avuto nessun interesse l'esercito per decenni ostaggio del potere democristiano; non ha avuto nessun interesse il partito comunista (e la sinistra in genere) che ha voluto sempre considerare la Resistenza "cosa nostra", come ci ricordano le recenti "scoperte" sui fatti di Cefalonia. Ovviamente non aveva nessun interesse la Jugoslavia, per la quale, sotto sotto, c'erano ben pochi veri partigiani italiani. E l'Italia, infine, che deve ancora ritrovare la sua storia, la sua dignità. Quella di domani e di questo convegno alla caserma Guella di piazza Battisti, dopo settant'anni, è la via giusta. Quanto tempo! Un ultima domanda: forse abbiamo anche noi-voi qualche colpa?
Fur dai cops.
Sarebbe? Quale colpa, tanto per cambiare, avrebbe chi, in una città come questa, ricorda, anche dopo una dura battaglia per avere una lapide decente in stazione, la battaglia di Gorizia? Non è che martellandoci di continuo le pudenda continuiamo a farci del male?
Incontro molto interessante: per molti era la prima volta che una caserma si apriva e si dialogava con i comandi dell'esercito. Mi ha colpito la loro gentilezza e il fatto che alcuni collaborino stabilmente con l'ANPi su questioni come le stragi naziste, Cefalonia. Solo da noi questa collaborazione non c'era. Il fatto di sentire parlare in sloveno e di parlare dello stesso argomento è stato veramente destabilizzante di certi luoghi comuni. Bravi!