La strage di Lampedusa. Un pensiero ai morti e alle loro famiglie. La condivisione delle autorevoli parole di vergogna e orrore pronunciate in queste ore. La constatazione che le prime pagine dei giornali sono riempite da questa notizia per le dimensioni e per la visibilità del disastro: le altre trentamila vittime sprofondate nel Mediterraneo, lontano dalle coste europee, negli ultimi anni, non hanno ricevuto lo stesso trattamento. E infine la domanda: oltre l’indignazione e la pietà, esiste un livello politico in grado di affrontare concretamente il tema dell’immigrazione irregolare ottemperando alle esigenze complementari di accoglienza della persona e di convivenza nella legalità? Purtroppo le leggi finora emanate e il livello dell’attuale dibattito su un tema così importante e delicato portano a una risposta precisa: “no!” Non esiste un livello decisionale in grado di affrontare consapevolmente e in modo coordinato la situazione. Per questo purtroppo si è facili profeti nel pensare che quella di questi giorni non sia l’ultima sciagura e che i reiterati “mai più!” altro non siano che accorati, sostanzialmente inutili appelli.
una cosa terribile. L'aspetto positivo, se così si può dire, è stato il minuto di silenzio nelle scuole che ha fatto sembrare per una volta quelle persone nostri fratelli e non "clandestini" adg
Alfano ha accolto l'invito del papa e anche lui ha gridato “vergogna”.
Ma verso chi? Verso il responsabile, cioè il ministro dell'interno…
Nella scuola non ci si può limitare al minuto di silenzio, è necessario parlare del problema dell'immigrazione e più in generale del diverso con i giovani, anche per rimuovere tanta ostilità e razzismo che in molti di loro alberga.
Nella scuola non ci si può limitare al minuto di silenzio, è necessario parlare del problema dell'immigrazione e più in generale del diverso con i giovani, anche per rimuovere tanta ostilità e razzismo che in molti di loro alberga.
L'ennesima, immane tragedia, frutto di un assetto mondiale profondamente iniquo,che condanna il Sud del mondo ad una condizione di miseria e arretratezza da cui non consente riscatto e che spinge migliaia di disperati a preferire il rischio di una traversata piena di pericoli e incognite alla vita d'inferno nei propri Paesi d'origine: mi vergogno di appartenere alla razza umana. Anna V.
Uno Stato che concede la cittadinanza agli immigrati non da vivi ma da morti ………… non è un Paese di cui essere fieri.
purtroppo il razzismo alberga non solo nei giovani ma anche negli adulti…
il minstro dell'interno?
Ma come non di tutto il governo?