Il Blog del Forum Gorizia
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Invece io concordo pienamente con quanto dice Bellavite e lo motivo anche. credo che il problema dell'immigrazione coinvolga tutti, sia dal punto di vista storico ( molte parole sugli orrori del comunismo, zero parole sul colonialismo europeo) politici ( le cosiddette primavere arabe o rivoluzioni multicolore, rivelatesi poi interventi di paesi forti per destabilizzarne altri, o la stessa situazione in Siria), di mentalità e informazione (razzismo latente, ci portano via il lavoro, prendono 40 euro al giorno e balle di questo genere). Il problema immigrazione va affrontato in altro modo, come tra l'altro lo stesso Manconi e Pellegrino prospettano. La situazione al CIE nel tempo è stata seguito principalmente dalla Tenda per la Pace e da pochi altri e si è tollerata questa struttura con magagne denunciate da tutti. Ora, il tono acceso è di chi magari è esasperato perchè sente che molti, troppi problemi che ci affliggono non vengono affrontati e discussi con razionalità, ma perchè manca l'interesse, manca il contesto. Si preferisce discutere se è meglio Renzi o Civati. A me Bellavite non mi fa venire per nulla i brividi, mentre me li fanno venire quelli che sottolineano solo i crimini degli immigrati, mentre votano a favore del Ministro della Giustizia che critica il modo dell'arresto di Ligresti. Alla Cancellieri standing ovation, ai poveretti la morte nel canale di Sicilia. Questo dovrebbe fare accaponare la pelle, altrochè. Ma naturalmente noi siamo sempre i soliti comunisti savonaroliani adg
A me pare che le cazzate non siano solo i commentatori a scriverle. Intanto il CIE non chiude, ha necessità di essere ristrutturato dalle devastazioni subite per poi riaprire. E ovviamente tutto questo lo pagheremo noi. Mi spigate per favore che cosa c’è da rallegrarsi? Non saranno trattenuti più a Gradisca ma a Trapani. E comunque, ammesso che i devastatori abbiano avuto ragione ad agire in tal modo, giustificare le devastazioni è come far passare il principio della legittimità di farsi giustizia da soli, in totale contrasto con i principi del nostro ordinamento.
In un paese civile nessuno è autorizzato a danneggiare i luoghi in cui viene accolto e dove, legittimamente, si cerca di conoscere la sua identità. Questo è il primo insegnamento che bisognerebbe dare a chi, anche comprensibilmente, aspira a rifarsi una vita in un altro paese.
Questi luoghi sono sovraffollati? E’ vero, ma è anche vero che numerosi sono gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane. Se bussano alla mia porta e uno mi dice ho fame e ho sete, io gli do acqua e quello che ho da mangiare, se bussano alla mia porta, apro e c’è una fila di persone lunga km, chiudo perché mi spavento! Magari l’acqua per tutti la posso dare, ma tutto quel cibo non ce l’ho. E così magari mi faccio anche la domanda fondamentale : come mai c’è tanta gente in fila assetata e affamata?
Comunque, lasciatemelo dire, è perlomeno curioso che in luogo chiamato “forum” siano ritenuti un cattivo esempio di dialogo i commenti di chi dissente.
questo post ha un merito: mettere in risalto l'ipocrisia che si nasconde in chi critica la soluzione attuale senza proporre alcuna soluzione pratica, se non un generico volemose ben, a problemi di integrazione, di criminalità, di preservazione del nostro patrimonio sociale e culturale. Ha un demerito, il solito annoso problema della sinistra italiana: anche inconsapevolmente, finisce per affermare che chi è "contro" la chiusura dei CIE non è "culturalmente attrezzato". Questa spocchia tutta sinistrorsa ormai non è più sostenibile nè giustificabile. Vi sono delle questioni macroscopiche, vi sono dei segnali allarmanti, riportati dalle note statistiche di cui si è discusso e, più semplicemente, che affollano la cronaca nera di tutti i giornali di questo paese. Volerli affrontare, decisamente, non qualifica come "fasci". E' semplicemente essere realisti, è avere a cuore il futuro di questo paese, dei propri figli e di un modus vivendi che tutto il mondo ci invidia. Sputarci sopra nel nome di un senso di colpa che non ha ragion d'essere, non su di noi, quello sì che è essere culturalmente inferiori, figli di un pensiero debole che tanto male ha fatto al nostro Continente.
La invito a rileggere la sua confusa risposta e a tentare di esprimere una posizione intelleggibile che risponda a queste domande, invece che buttare tutto in un fumoso calderone:
– I CIE devono essere chiusi?
– se sì, come immagino, come si gestisce ordine pubblico, immigrati clandestini, criminalità, disoccupazione?
– E' giusto dare l'illusione di un paradiso terrestre e spingere decine di migliaia di persone a venire in uno stato impreparato – per oggettive condizioni economiche e sociali – e per soggettiva impreparazione dei soggetti che migrano (non sanno l'italiano nè l'inglese, non hanno soldi, non hanno professionalità) – a migrare nel nostro paese? A che pro? Per produrre ulteriore disagio e criminalità?
– Lo sa che tutti i civili paesi del Nord hanno regole super restrittive in materia di immigrazione, che stanno ulteriormente rivedendo sulla base dei recenti e terribili episodi che hanno – giustamente – posto dei problmei sul rapporto tra immigrazione (islamica) e criminalità (bande di pedofili ad Oxford che perseguitavano solo bambine bianche, rivolte anti-bianche nelle banlieu, sgozzamento di soldati in UK, aggressioni anti-svedesi a Malmo ecc)?
Si, ma se chiudono il CIE da quale altra struttura o sistema di ricezione, soggiorno e controllo, dovrebbe il CIE suddetto essere sostituito e con quali risorse? Una proposta che sia una, oltre ai buoni propositi?
In quanto a fumisteria i commenti che mi precedono eccellono. Infatti cosa vorrebbero gli interlocutori? Si limitano a lagnarsi della cattiveria dei clandestini e cosa propongono loro? Francamente non è chiaro. I CIE per me vanno chiusi e creati nuovi posti di accoglienza decente, perchè ci troviamo davanti a gente che scappa da guerre e violenze e fame e non a criminali; si cerca di non alimentare guerre, di rispettare le elezioni che vengono fatte e non impedire i processi politici che avvengono in altri paesi (Algeria ed Egitto insegnano). Si fanno tavoli con gli altri stati europei per vedere quanti possono essere assorbiti; si cerca di ripristinare gli interventi di aiuto che facevano alcune organizzazioni (costruzione di infrastrutture in Africa: pozzi ad esempio), si fanno corridoi umanitari per permettere che non crepino o che le donne siano stuprate sui barconi. Insomma si fa qualcosa pensando che abbiamo a che fare con esseri umani e non con feccia dell'umanità. E' difficile? Siamo in crisi? Anche noi non abbiamo lavoro? Non è con il filo spinato che risolviamo il problema. La legge Bossi-Fini con i correttivi Maroni mi pare non siano serviti a nulla. Comunque, gentiluomini e gentildonne che parlate dei criminal minds neri, altri argomenti non ne avete? No, perchè anche quei 20 che ci seguono cominciano ad annoiarsi della ripetitività delle argomentazioni. Il contraddittorio, ammesso che serva a qualcosa perchè io alle vostre idee non aderirò MAI (scusate la franchezza, ma è meglio che ce lo diciamo: qui mi sa che non si convince nessuno) è utile quando è vero contraddittorio e soprattutto quando dura poco.Visto che ognuno la pensa diversamente: AMEN, nemici come prima.
Credete davvero che non ci sia motivo di sentirsi in colpa? Come ha ben evidenziato adg nel primo commento a questo post, di motivi per sentirci responsabili in quanto occidentali e cittadini di Paesi cosiddetti civilizzati ne abbiamo parecchi, e non mi riferisco solo alle "colpe dei padri" (i danni del colonialismo), perché mi si potrebbe obiettare che "noi non c'eravamo", quindi non c'entriamo. Ammettiamo, per un attimo, che l'obiezione sia plausibile, ma per quanto riguarda l'oggi, come la mettiamo? Non pensate che le popolazioni del Sud del mondo siano in questa situazione perché ce li hanno messi i Paesi "sviluppati"? Non vi viene in mente che sono proprio le politiche economiche inique del mondo occidentale a creare e ad approfondire l'enorme divario esistente tra le classi sociali e contemporaneamente tra Nord e Sud del pianeta e che spingono masse di disperati verso le nostre coste? Se per gli errori ed orrori del passato non possiamo rispondere, per quelli odierni non esistono scuse e non ci si dovrebbe dormire la notte: non dovrebbero poter dormire sonni tranquilli soprattutto coloro che hanno responsabilità di governo, anche a livello internazionale, e che avrebbero il dovere di lavorare per trovare le soluzioni più efficaci – ne ha giustamente evidenziate alcune il commentatore che mi precede – ai tanti problemi in cui si dibatte una parte consistente della popolazione mondiale. Il nostro compito è di non girarci dall'altra parte e tenere alta l'attenzione su questi temi, stare con il fiato sul collo a coloro che hanno il potere di prendere decisioni, sollecitando interventi e iniziative: altro che ipocrisia e spocchia sinistrorsa, se non si fa qualcosa per risollevare le sorti delle popolazioni che vivono in condizioni di miseria e private dei più elementari diritti collasserà anche il nostro mondo, anche la nostra barca prima o poi si rovescerà, pensateci. Anna V.
brutto sentirsi all'angolo eh.. sono finiti i tempi in cui vi davate ragione a vicenda. Qui Le sono state chieste risposte e, al solito, le risposte non sono arrivate, se non il solito onnipresente "non è con il filo spinato che si risolve il problema". quali siano le sue illuminate soluzioni, non è dato sapere.
E quindi? Dobbiamo cedere le nostre case ai migranti congolesi? Dobbiamo africanizzare l'intera Europa? Dobbiamo fare harakiri di gruppo?
Mai sentito parlare di nemesi storica? Se depredi per un paio di secoli il tuo simile sottraendogli preziose risorse che, se adeguatamente sfruttate, potrebbero consentirgli di vivere degnamente nel proprio Paese; se continui ad alimentare conflitti attraverso il sostegno finanziario e la vendita di armi a dittatori locali corrotti e violenti, che in tal modo continuano a spadroneggiare tenendo in stato di miseria e privazione materiale e morale la propria popolazione; se non destini risorse – non solo denaro, ma anche conoscenze e tecnologie – e non investi in progetti di cooperazione di lungo periodo che producano autentico sviluppo, riscatto dalla povertà, ricchezza per le popolazioni di quei territori, non solo il profitto di multinazionali e grandi imprese pubbliche o private; se lasci sempre e solo alle ong e alle organizzazioni umanitarie il compito di farsi carico dei bisogni di quelle popolazioni, con metodi non sempre efficaci e trasparenti e con dubbi risultati; allora puoi aspettarti che il tuo simile un giorno o l'altro bussi alla tua porta presentandoti il conto. Anna V.
Le sue proposte invece, anche se non espresse, portano dritti a soluzioni già tragicamente sperimentate in passato. Se – come ampiamente provato – non si può fermare l'immigrazione, che alternativa propone a una politica di accoglienza e integrazione? È la sua chiusura all'incontro con l'altro, forse in buona fede incapace di vedere le conseguenze al di là del proprio naso, la vera minaccia alla futura stabilità e pace in Europa…
Vorrei portare un esempio a quanto spiegato da Anna, sottolineando come sia facile ignorare quel che accade, nonostante le enormi possibilità di informazione e approfondimento che abbiamo oggi, e come sia colpevolmente superficiale ritenere che non abbiamo alcuna responsabilità rispetto i flussi migratori.
Il Sahara occidentale è stato colonia spagnola fino al 1976. Da allora il popolo sahrawi rivendica sanguinosamente di non essere parte del Marocco, che se ne frega del diritto all’autodeterminazione dei popoli e se ne frega anche del fatto che nessun Paese ha mai riconosciuto le sue pretese di sovranità. I sahrawi, repressi, torturati,uccisi, fatti sparire e stuprati come risposta alla loro sacrosanta pretesa di indipendenza, non sono mai stati consultati sul tema dello sfruttamento delle risorse del loro territorio (in particolare pesca nell’Oceano su cui la loro terra si affaccia e fosfati) e non vi sono prove che ne abbiano mai avuto beneficio.
Mentre è evidente che la situazione è la premessa all’emigrazione a qualunque costo, per ragioni politiche e per la grande povertà – quell’emigrazione che poi a noi dà così tanto fastidio – il 24 luglio 2013 Marocco e Commissione europea hanno sottoscritto un nuovo accordo di pesca che consentirà a 126 pescherecci europei, di cui un centinaio di nazionalità spagnola, di pescare nelle acque territoriali del Marocco e del Sahara occidentale. L'accordo, che dovrà comunque essere approvato dall’europarlamento, costerà alla Commissione 40 milioni di euro all'anno, per 4 anni, estenderebbe di fatto l'autorità del Marocco anche sulle acque territoriali del Sahara occidentale, e negherebbe al popolo sahrawi un effettivo utilizzo delle risorse ittiche, alla faccia di tutte le dichiarazioni sui diritti umani e sulle inaccettabili condizioni delle popolazioni del Magreb e del Sahel.
martina luciani
http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/11/12/news/torrea_mare-70801053/
ecco uno degli ospiti appena liberati dal CIE: " un ghanese, colpevole per l'atroce delitto di Torre a Mare, l'uccisione della donna di sessanta anni ritrovata strozzata con una busta di plastica in testa e i pantaloni abbassati".
ce l'avete voi sulla coscienza, il suo sangue ricada sulle vostre teste.
Cavalcare le notizie di cronaca: ecco un esempio di cosa non si deve fare. Gli argomenti validi sono altri
"cavalcare"?? Lo vada a dire ai parenti di quella povera donna – e di altre decine di persone – violentate ed uccise dai "migranti". Si vergogni.
http://www.ilgiornale.it/news/milano/sulle-tracce-colf-e-uomo-straniero-967086.html
ecco una altra italiana massacrata e uccisa dai vostri protetti.