Il Cie di Gradisca d’Isonzo da stasera è chiuso. Una triste fine per un’impresa sbagliata, fin dalla sua ideazione, . E’ un momento di provvisoria speranza per tutti coloro che ritengono un’ingiustizia detenere tra le sbarre per un anno e mezzo delle persone, solo al fine di identificarle ed eventualmente procedere ad espulsione. Speranza provvisoria, perché i reclusi sono stati solo trasferiti in altre simili strutture e perché l’obiettivo dello svuotamento sembra essere la ristrutturazione. Ma pur sempre speranza, perché si auspica che la politica affronti il problema, cancelli la Bossi-Fini e con essa gli odiosi Centri di Identificazione ed Espulsione. E si interroghi su un modo nuovo di affrontare la questione dell’immigrazione – che solo gli ipocriti e gli ignoranti (participio presente di ignorare) pensano sia possibile risolvere con l’uso della forza – rispettando la dignità di ogni persona e garantendo a tutti – compresi gli immigrati – sicurezza e integrazione.
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Quindi la soluzione quale è? Far entrare mezzo miliardo di africani? Pagare loro anche il volo e cedere le nostre case? Abolire gli "odiosi" carceri?
Resta il fatto che per il momento hanno completamente devastato una struttura di accoglienza costruita con le nostre tasse e nel quale, in ogni caso, erano si trattenuti ma anche mantenuti. CHI PAGA I DANNI?
Il fatto di essere immigrati e di scappare da situazioni di disagio, li autorizza per caso a danneggiare le strutture pubbliche? Questi atti non sono giustificabili, secondo me. Assistiamo pure gli immigrati bisognosi, ma chi commette reato e o fa azioni violente e dolose va espulso
Proprio sul giornale di ieri è uscita la notizia che gli operatori del CIE sono senza paga – i piu' fortunati da 4 mesi, gli altri anche da marzo o gennaio 2013, ovvero sono senza paga da quasi un anno; stranamente proprio il cie di Gradisca è andatao a gambe all'aria….
Del problema di questi operatori – che sono lì per lavorare ed aiutare gli "ospiti" ed hanno famiglia, nessuno se ne ricorda.
Sbaglierò ma è una situazione strana e qualcosa mi sfugge, se poi è vero che un a una dipendente della cooperativa che gestisce il CIE che non ha piu' soldi per mangiare, una profuga "ospite" le ha offerto i soldi per fare la spesa perchè tanto la Prefettura passa loro 20 euro al giorno (ma è poi vero?)
C'è qualcosa di tragicamente grottesco nella saga del cie di Gradisca…..
La soluzione è discutere del problema a livello europeo, non destabilizzare l'Africa con interventi come quello in Libia, in Siria e in Egitto che non fanno che aumentare i flussi; prendere consapevolezza che la situazione dell'Africa è anche una colpa dell'occidente, avendo deportato dal continente 20 milioni di neri, maschi adulti in grado di fare qualcosa per il proprio paese, per arricchire i coltivatori di cotone americani. Poi c'è stato il colonialismo e la non accettazione del governi che venivano eletti (rifiuto di accettare l'esito elettorale in Algeria). I detenuti hanno distrutto il CIE perchè erano rinchiusi in gabbia, non metaforicamente, ma fisicamente; alcuni di loro erano lì perchè avevano semplicemente perso il posto di lavoro e non più ritrovato per la crisi. Cosa devono pagare? Potevano non chiuderli dentro e affrontare il problema con altri stumenti che non siano il carcere. E' vero che i dipendenti CIE non hanno gli stipendi, ma i detenuti non ricevono 20 euro al giorno. Lo stato paga per il cie alla cooperativa che dovrebbe provvedere ai bisogni, cosa che evidentemente non riesce a fare.
Quindi la soluzione è mettersi a discutere! Per il momento, in qualsiasi paese del mondo, se cerchi di entrare senza regolare visto di ingresso commetti un reato.
I “detenuti”, come li chiami tu, sono trattenuti e “assistiti” in tali strutture poiché destinatari di provvedimenti di espulsione.
In ogni caso, se passa questa linea, tutti coloro che si trovano in carcere in attesa di giudizio, quindi presumibilmente innocenti e chissà in quali condizioni di igiene, sono autorizzati da oggi a sfasciare tutto…
Mai visto il film con Alberto Sordi?
c'è una certa parte politica/culturale, saggiamente definita da Tom Wolfe come "Radical-Chic", che pensa che la soluzione dei problemi sia contenuta nel "dialogo", nei "tavoli di lavori", nei "programmi di concertazione". Questo perchè, evidentemente, non hanno alcun contatto nè subiscono alcun effetto dai suddetti problemi. La discussione fine a sè stessa, la analisi, la storia, le guerre, l'olocausto, il colonialismo e le crociate.. e intanto tutti immobili a vedere distruggersi il nostro ex bel Paese.
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Ah, bene. Così se incarceriamo i neri, il bel paese tornerà a crescere! Ditelo a Saccomani o a palle d'acciaio che abbiamo trovato la soluzione.