Solo qualche osservazione in merito ai commenti relativi ai post sul Cie di Gradisca.
1. A chi dice che non servono parole ma fatti replico che non esistono azioni che non siano precedentemente decise attraverso il confronto: è lo spazio del dibattito politico l’ambito nel quale si cercano e si decidono le soluzioni. Mi si spieghi altrimenti cosa significa e come si fa ad agire senza prima parlare…
2. A chi chiede soluzioni e non contestazioni si rinvia a migliaia di proposte alternative, alcune presenti anche su questo blog, ma presentate da chi scrive e da tanti altri molte volte negli ultimi vent’anni. Schematicamente (le argomentazioni sono presenti in miriadi di testi scientifici, chi propone politiche alternative alla repressione non è un ingenuo in-cosciente):
a) prendere atto che l’immigrazione è un fenomeno irreversibile, radicato nello spaventoso dislivello esistente fra Paesi ricchi e Paesi poveri oltre che nello stato di guerra, di persecuzione e di ingiustizia che caratterizza molte Nazioni. Ma è un fenomeno inarrestabile anche perché gestito dalle mafie internazionali che hanno una potenza militare ed economica contro la quale nessuno Stato oggi è in grado di procedere (fonte Onu, settore riguardante i flussi migratori internazionali). Ed è fenomeno non risolvibile con le politiche (di centro sinistra e centro destra) finora attuate, perché nessun Paese di emigrazione ha alcun interesse a siglare accordi per rimpatriare coloro che se ne sono andati…
b) Realisticamente allora i casi sono due: o si cerca di fermare gli arrivi “cannoneggiando”, come diceva un esponente politico italiano qualche anno fa e come sembra propongano i commentatori dei miei post non offrendo alcuna altra alternativa alla soluzione dei problemi che essi stessi pongono. Oppure si percorre una strada di accoglienza, adeguando (come già accaduto in molti altri Paesi europei) le politiche della casa e del lavoro, anche cercando – per quanto possible – di controllare i flussi gestendoli direttamente. Ovviamente ciò presupporrebbe due condizioni “sine qua non”: la prima che ci sia un reale tavolo di trattativa internazionale; la seconda che si proceda a una diffusione più equa e “capillarizzata” della presenza di stranieri. Ciò renderebbe più semplice l’integrazione ed eviterebbe la creazione dei veri e propri ghetti che si sono creati in questi anni nelle periferie e nei centri storici delle grandi città.
3. Il dibattito su questo blog è aperto: respingo al mittente la sottile ironia di chi dice che non sono tollerati i commenti diversi da quelli proposti nei post. Ogni commentatore esprime le sue idee e non può aspettarsi che tutti gli altri commenti gli diano ragione. Nessuno, da quando il blog funziona, è stato mai censurato. Anche perché secondo me i dibattiti non hanno mai travalicato il confine dell’ingiuria e della diffamazione, ma si sono limitati al confronto tra idee, spesso alquanto differenti.
4. A me i brividi sono venuti nelle frequenti visite che ho potuto effettuare nel Cie di Gradisca, prima e dopo la sua apertura. E pur frequentando da decenni la problematica, ho sentito come un vero e proprio esame di coscienza la parola del Vescovo di Roma Francesco a Lampedusa, nella chiarissima omelia che invito tutti a rileggere e che per questo propongo alla fine del post. Anche lui -come dice Dario nel suo peraltro equilibrato e interessante intervento – un Savonarola che ostacola il dialogo? Anche lui – come sostengono numerosi commenti – un ipocrita che solo parla e non propone soluzioni? Anche lui non si rende conto dei macelli che gli immigrati compiono nei confronti degli agnellini europei?
Leggete, leggete…
http://www.vatican.va/holy_father/francesco/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130708_omelia-lampedusa_it.html
Andrea Bellavite
Non si parlava di cannonate, dai. Non buttiamola sempre lì accusando gli altri di egoismo e cinismo, se ancora ci resta un minimo di intelligenza libera, libera dai paraocchi e dai pregiudizi.
A me sembra che la maggior parte dei commenti mettesse semplicemente in evidenza che non è affatto una soluzione affrontare una parte del problema, ma non il problema.
Le migrazioni sono sempre esistite, così come la fame e le guerre, altro che tavoli di lavoro e dibattiti. Finché ci saranno posti dove si sta parecchio male e posti dove si sta anche solo un poco meglio ci saranno migrazioni. E i popoli che stanno meglio non possono far altro che limitare gli arrivi, non per cinismo e razzismo (almeno la maggior parte del popolo italiano sicuramente non lo è), semplicemente perché il male del mondo ha dimensioni indigeribili per lo stomaco di qualsiasi paese.
Bossi e Fini non saranno di certo ricordati dalla storia come dei geni, questo è pacifico, ma se qualcuno ha inventato il passaporto ci sarà pure un motivo, no?
Comunque apprezzo Bellavite per la sua pacatezza : non si possono denigrare le opinioni degli altri solo perché sono meno generose (entro i limiti della sanità mentale, ovviamente).
Non è questione di cinismo o egoismo. Proprio perché "non è affatto una soluzione affrontare una parte del problema ma non il problema", è necessario che chi contesta le politiche di accoglienza – che io ritengo essere l'unica garanzia di futuro per ilVecchio Continente – proponga una seria alternativa. E – dato il fallimento dei respingimenti, degli accordi con gli Stati "di partenza", del contrasto ai trafficanti di persone – quale altra soluzione resta, secondo chi ha paura di un'Europa pluriculturale?
ab
cercando di sintetizzare il pensiero dell'Autore, pare che le alternative siano due: "cannoneggiare" oppure aprire indiscriminatamente ed in maniera incontrollata a tutti i flussi, cercando una "integrazione" con (costosissime) politiche di casa e lavoro.
due osservazioni:
– la seconda ipotesi, caldeggiata dall'Autore, è ampiamente fallita in paesi ben più ricchi e strutturati del nostro, ed è inoltre economicamente impercorribile. UK, Francia, Germania hanno da tempo capito che l'immigrazione porta con sè una serie di problemi culturali, sociali ecc che non sono risolvibili con i quattrini. Ci sono questioni identitiarie, di appartenenza, che non sono sopite e mai si sopirannol Le radicalizzazioni delle banlieu e degli islamici (cittadini) inglesi proviene dalle seconde e dalle terze geenrazioni. In secondo luogo, con migliaia di sfratti, milioni di disoccupati, italiani costretti a bussare alla Caritas, non si capisce proprio che valenza abbia invocare "casa e lavoro" per milioni di nuovi poveri, non qualificati, che non parlano la lingua italiana e non possono apportare alcun beneficio economico al nostro sistema al collasso. Parlare di casa e lavoro, e magari anche di reddito minimo già che ci siamo, come soluzione del problema equivale a dire di andare su Saturno a prelevare diamanti e pagare con essi il debito pubblico.
– Non è vero che ci sono solo le opzioni a e b. Esistono, in tanti paesi Europei, norme sull'immigrazione ed atteggiamenti verso gli immigrati che trasmettono sicurezza ai cittadini, regole dure ed efficaci per i migranti stessi.
Bravo Andrea. Solo un breve, forse "banale" pensiero ma che a quanto pare tanto banale non sembra. I governanti da millenni (non da ora eh) applicano il "divide et impera" con importanti risultati che stanno sotto gli occhi di tutti. L'immigrato viene visto troppo spesso come un criminale, un diverso, ecc… e così regna la "guerra tra i poveri", distogliendo di fatto la CAUSA del "problema". Chi giudica è in realtà uno che separa, che divide per paura di perdere potere in questo mondo. Ci definiamo antirazzisti ma solo a parole, ci abbiamo mai parlato? Vi assicuro che possono uscire dialoghi interessanti poichè la quasi totalità di loro sono tutti provati dalla miseria, guerra, ecc… che cavolo ci trovo invece a discutere con le stesse persone (amicizia a parte ovviamente), coi medesimi argomenti da decine di anni?!? Questo non vuol essere un commento ne di destra ne di sinistra (illusioni come al solito)… tutto questo non vuol dire che non devono esserci regole per chi viene da un paese straniero! Non mi interessano le regole, le leggi, le burocrazie se non la regola del buon senso. So solo che i maggiori problemi sono stati fatti dal sistema stesso e vengono alimentati dagli stessi cittadini, ogni popolo ha il governo che si merita, non dimentichiamolo. Ognuno si crea la sua realtà, se uno vede il problema nell'immigrato è un problema SUO (di chi il problema lo vede)!
Buona giornata.
Andrea si chiede, facendo il mio nome, se anche il papa sia un Savonarola che ostacola il dialogo. Non credo proprio. Mi pare invece che quest'uomo sia una vera fortuna per la chiesa cattolica. Ma mi chiedo, più in generale, se è possibile che un uomo solo possa dare una tale svolta all'andazzo delle cose. Perchè allora Renzi o Civati, come dice Anna, non sarebbero capaci di tanto (nel loro "piccolo", s'intende)? Chi lo può dire? O la monarchia assoluta del Vaticano è un sistema migliore per selezionare il ceto dirigente? Dario Stasi