Ci ha lasciato Mario Vit. Oltre che prete e fine intellettuale gesuita, è stato sociologo, scrittore e poeta. Ha amato la gente, la natura e la terra, ha considerato sempre le persone al primo posto, fondamento di qualsiasi progetto culturale, politico o pastorale.
A Gorizia non si è fermato molto, a metà degli anni ’80: il tempo di avviare quella che prometteva di essere una grande stagione di cultura e spiritualità nella diocesi e nel territorio, ben presto il trasferimento. Molti sono i giovani che hanno accolto l’invito e hanno partecipato alle pionieristiche “scuole animatori” condotte, sotto la sua direzione, dai più rinomati “formatori” italiani. Il “segno” di tali esperienze è rimasto in essi indelebile. Ma non tutta la città, lo si sa, ama gli esperimenti e così, come Basaglia e molti altri, anche padre Vit ha dovuto preparare le valigie e andarsene dalla Stella Matutina a seminare altrove: i frutti sono stati molti, soprattutto nelle Valli del Natisone e a Trieste, dove il Centro Veritas è diventato in breve tempo un punto di riferimento imprescindibile nel panorama culturale del capoluogo della Venezia Giulia.
Un pensiero grato e la consapevolezza che da oggi si è spenta un’altra luce.
Mario aveva la lungimiranza se non del profeta dell'uomo accorto che scruta i segni dei tempi. A Gorizia è stato fecondo (per tanti giovani) quanto scomodo (per diversi parroci ad esempio.
Mario è stato uomo di intelligenza e cultura elevatissime sempre al servizio del cuore
Bernardo De Santis
Solo per ricordare che tra l'esperienza di Gorizia e quella di Trieste p. Mario e' passato per il collegio Antonianum di Padova, di cui e' stato l'ultimo direttore. Un ricordo affettuoso anche dagli studenti italiani (e non) che in quel collegio si sono formati e hanno imparato da lui a dialogare con tutti, senza preclusioni culturali.
Agostino Manzato