Nel mezzo della sua giornata impegnativa in Friuli Venezia Giulia, la Ministra Cécile Kyenge ha trovato il tempo di trascorrere un’ora con gli ospiti e gli amici del Centro d’Accoglienza “Ernesto Balducci” di Zugliano. Il pranzo, da lei stessa definito “in famiglia”, è stato un’occasione per confermarle solidarietà e vicinanza, nonché per incoraggiare il cammino verso la riforma delle attuali leggi sull’immigrazione. La ministro, anche se non ha potuto visitare il Cara di Gradisca a causa degli impegni governativi di ieri, ha espresso più volte il suo accordo sulla chiusura definitiva del Centro di Identificazione ed Espulsione nonché sulla trasformazione di quello riservato ai richiedenti asilo in un vero e proprio Centro d’Accoglienza. Interessanti gli interventi, dal saluto di don Pierluigi Di Piazza, presidente del Centro alla commovente testimonianza di alcuni giovani che vi abitano attualmente; da Pier Paolo Gri che ha portato il saluto dell’associazione “Vicini di Casa” a don Gianni Arduini, della Casa dell’Immacolata di Udine, che ha definito Zugliano la “capitale regionale dell’accoglienza e della cultura”. Al di là degli importanti risvolti politici del viaggio al Nord Est, dai quali ci si attende in tempi brevi almeno il definitivo superamento della Bossi Fini e la discussione della Legge d’iniziativa popolare sullo Ius Soli, l’incontro ha dato la possibilità a tutti i presenti di conoscere anche il carattere socievole e simpatico della Kyenge: salutando i tanti presenti al termine del pranzo, ha promesso di tornare ospite del C
entro, ma “vestendo il grembiule e aiutando la preparazione del pranza in cucina”. Il senso simbolico della sua disponibilità sta nel dimostrare che un amministratore deve cercare di realizzare ciò che la parola “ministro” significa: “colei/colui che si mette al servizio”. Una bella lezione per tutti!
Andrea Bellavite
Bel riconoscimento per una persona seria ingiustamente criticata a suo tempo dal "dinamico" ex direttore della Caritas goriziana, che a suo dire era capace solo di far chiacchiere, mentre lui rischiava la vita nei Balcani.