Cento anni fa, il 15 gennaio 1914, nasceva a Middelburg Ester (Etty) Hillesum. La sua è stata una vita breve, deportata ad Auschwitz il 7 settembre e ivi uccisa il 30 novembre 1943. Fino agli inizi degli anni ’80 il suo nome era ricordato soltanto nella cerchia delle sue molte amicizie. Solo da trent’anni a questa parte sono stati pubblicati i suoi scritti, in particolare le “Lettere” e il monumentale “Diario 1941-1943”, edito in Italia in parte negli anni ’90 e integralmente nel 2012. E’ venuto così alla luce un tesoro di emozioni e riflessioni, un patrimonio di considerazioni legate a un periodo tragico della storia europea, una sorta di “Confessioni” agostiniane da avvicinare al Diario di Anna Frank e all’indimenticabile Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer. Le riflessioni quotidiane nascono dall’incontro dell’autrice con Julius Speir, psico-analista e psico-chirologo, collega di Jung: una relazione affettiva, spirituale, teologica e filosofica “dentro” la montante marea del razzismo nazista: è la testimonianza della “normalità” di una progressiva deprivazione della libertà, culminata nel “servizio” di accompagnamento psicologico agli ebrei ammassati nel campo di concentramento di Westerbork, in Olanda, prima della loro sistematica, settimanale deportazione verso lo sterminio in Polonia. Ma è anche il racconto appassionato di un’indomita libertà e di un immenso amore alla vita, un messaggio di pace e giustizia che raggiunge i nostri cuori in un’epoca in cui sembrano dominare la voglia di dimenticare o di trasformare le memorie in mere occasioni di nuovi conflitti politici e culturali. Insomma, un pensiero grato a una grande donna del Novecento e un invito alla lettura…
Andrea Bellavite
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