Incrociare domanda con offerta: di lavoro. Questo sembra essere il nuovo obiettivo della Caritas goriziana, almeno a leggere le dichiarazioni dei suoi responsabili. In altre parole, dopo aver preso in carico il problema di cibo/vestiti (Emporio della Solidarietà), dopo aver preso in mano le bollette inevase (Adotta una bolletta), il settore cattolico dell’Assistenza si propone come un vero e proprio Ufficio di Collocamento. In realtà, a detta di alcuni interessati prontamente accorsi alla sede dell’Associazione, il titolo e i contenuti degli articoli sui quotidiani non corrispondono affatto, almeno per ora, alle aspettative di chi cerca con angoscia un lavoro. Ma, al di là dell’efficacia dell’iniziativa e al di là della stima per la Caritas che è espressione di un “ente intermedio” da sempre sostenitore del “principio di sussidiarietà”, resta l’amara constatazione del tramonto del welfare pubblico, ormai incapace di rispondere al bisogno di pane, di luce e di lavoro della gente. Forse purtroppo intendeva questo il Vescovo di Roma Francesco quando paragonava la Chiesa a un ospedale da campo che cura i feriti il giorno dopo la battaglia: il ritorno ai tempi di Scrosoppi, don Bosco e degli ordini religiosi e laici della carità. Motori indietro, di oltre cento anni…
Attenzione. Resta da valutare i collegamenti che i vertici locali hanno con il sistema Comunione e Liberazione (Compagnia delle opere). Senza nulla togliere alla"bontà" di alcune iniziative, non ci si sostituisce ai Servizi costituzionalmente garantiti.
Lodevole l'iniziativa, ma a mio parere,enti come i centri per l'mpiego e la provincia vanno aboliti,L'assessore competente alle deleghe per il lavoro non risolve i problemi della gente,stesso vale per i centri per l'impiego,non ti trova mai un lavoro.