Inaugurata il 27 novembre, presso il Kulturni Dom di Gorizia la mostra fotografica “Kamni spomina, Le pietre della memoria” di Joško Prinčič, dedicata al cimitero ebraico di Rožna dolina.
E’ una raccolta di immagini, scattate nelle diverse stagioni dell’anno, dedicate alla memoria della Cultura ebraica in Gorizia: non c’è un intento didattico, nomi e simboli sono volutamente trascurati, con un’eccezione, l’epigrafe tombale dedicata a una donna deportata ad Auschwitz nella tragica notte del 23 novembre 1943.
La lapidi parlano, suscitano emozioni, sembrano sospese nel vuoto, del tutto avulse dal contesto urbanistico e stradale che da vicino le circonda: il messaggio, misterioso e arcano, si fa strada attraverso la vera e propria personalità delle tombe, a volte disordinate, a volte affiancate l’una all’altra come se si volessero tenere compagnia, a volte sparpagliate, impotenti di fronte all’invadente pressione dell’erba e della terra… Oltre che un’esperienza d’incontro con l’arte, la visita alla mostra è una grande meditazione sulla fragilità e la maestosità dell’esistenza umana: l’obiettivo di Prinčič ha imprigionato nell’istante il risorgere del presente nel luogo del ripiegamento sul passato. I licheni che assalgono la pietra nella trasfigurazione artistica diventano fiorellini deposti dalla Natura sulle spoglie di un suo figlio, i riflessi di luce autunnali volteggiano come farfalle attorno ai nomi ormai consunti dal tempo, la neve scherza con le lastre affiancate generando improvvisi ed inattesi bianconeri, una rosa caduta da chissà dove nella neve sembra un ultimo mesto omaggio proveniente dall’Alto. Insomma, un saggio modo di celebrare l’odierna “memoria”: Mir spaset krasota, diceva nell’Idiota il grande Dostoevskij, può significare che “la bellezza salverà la pace (o “il mondo”)”, ma anche – secondo alcuni traduttori – che “la pace (o “il mondo”) salverà la bellezza”.
Andrea Bellavite
magniche foto