Martedì 28 gennaio, alle ore 20.15 nella sala del Consiglio Comunale di Romans d’Isonzo, Matteo Valentinuz presenterà la sua recente esperienza di lavoro in Egitto. Presente all’odierno incontro con la Ministro Cecile Kyenge a Zugliano, ha accettato volentieri di raccontare al blog del Forum qualche sua impressione.
Sono stato alcuni mesi in Egitto come consulente legale per un’organizzazione non governativa che assiste i richiedenti asilo al Cairo. Provengono dal Corno d’Africa, adesso dal Sudan, dal Sud Sudan; nel 2013 è arrivato un gran numero di siriani che hanno ingolfato il sistema di accoglienza, che di fatto già di per sé ha molte difficoltà.
Quali sono state le tue impressioni…
La situazione è molto tesa; ci sono tanti attentati, i nostri giornali ne parlano soltanto quando ci sono delle vittime, ma essi contribuiscono a creare un clima di paura. Il risultato sarà un ulteriore giro di vite e un ulteriore crescita della tensione. Per noi occidentali è difficile da capire, ma in questo momento c’è soltanto una richiesta di sicurezza: dopo due anni e mezzo di rivoluzioni e controrivoluzioni il Paese è davvero esausto. La gente non riesce più neppure a protestare, domanda soltanto sicurezza e ovviamente i militari, che governano da tanti decenni, sono lì, pronti ad offrirla.
La gente semplice, non coinvolto nelle manifestazioni, come vive questo periodo?
E’ difficile generalizzare: la realtà de Il Cairo è molto diversa da quella dei paesi e della campagna, dove l’analfabetismo raggiunge punte dell’80%, quindi è difficile individuare un’interpretazione che valga per tutto. Al Cairo le persone che ho conosciuto, le quali ordinariamente hanno una buona preparazione politica e culturale, si sono impegnate negli scorsi anni e oggi stanno vivendo un momento di grande incertezza. Chi ne ha la possibilità, vuole andarsene quanto prima, perché non vede alcun futuro. Serpeggia un clima di grande disillusione, soprattutto in chi ha creduto che gli avvenimenti di due anni fa avrebbero portato un vero rinnovamento della società.
Per quanto ti riguarda, cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Per me è stata un’esperienza professionalmente molto positiva, anche se la dimensione dei problemi è talmente grande da suscitare l’impressione di svuotare l’oceano con il cucchiaino. Io mi sono interessato soprattutto di vittime di tortura, problema enorme e sottovalutato. Ci sono campi di tortura nel Sinai, per emigranti che vengono rapiti quando lasciano soprattutto l’Eritrea e l’Etiopia; sono gestiti da varie tribù nel deserto; lo Stato egiziano sostanzialmente tollera e lascia fare, perché ci sono varie forme di collusione e perché girando molti soldi, ci sono moltissime occasioni di corruzione.
Grazie Matteo…
ab
e' difficile capire quanto sta accadendo. Non potrebbe venire al Forum?