Prima di intervenire sul cosiddetto Caso Piscopo, il consigliere comunale coinvolto in un procedimento amministrativo nell’ambito del suo lavoro di finanziere, era interessante sentire la sua “campana”. Essa ha risuonato oggi sulle pagine del Piccolo, dove il de cuius fa pubblicare una lettera aperta al Sindaco nella quale spiega il perché della sua decisione di “non dimettersi”. Con tutto rispetto per il dolore dovuto alla pubblica intromissione in un affare che egli ritiene privato, il suo scritto è talmente confuso da arrivare ad ipotizzare addirittura una congiura razzista contro il Meridione d’Italia: la lettura porta a riflettere non tanto sull'(ovvia) opportunità di dimissioni – come peraltro ben argomentato da una riflessione di Paolo Nanut nelle “segnalazioni” – quanto sul livello culturale e politico dei rappresentanti che il Centro Destra cittadino ha voluto eleggere. Soprattutto lo sconcerto ricade sul silenzio del Sindaco – consueto in tutto ciò che può provocare qualche minimo imbarazzo. Romoli dichiara di non sapere quando finiranno i “suoi” lavori pubblici, si chiede perché il tutto proceda a rilento, oggi se la prende con chi non ha avviato i cantieri in via Manzoni (“Comincio ad essere arrabbiato anch’io!”), non interviene a difesa o a riprovazione di un suo consigliere… Insomma, è vero che i cittadini l’hanno eletto, ma è indisponente questo atteggiamento paternalista di chi dovrebbe essere responsabile della cosa pubblica e quando le cose vanno dritte si attribuisce trionfalmente il merito di “aver cambiato Gorizia”, quando vanno storte è sempre colpa di qualcun altro che non ha fatto il proprio dovere.
E' incredibile che in un settore come quello della cultura, che dovrebbe essere un volano per le attività di Gorizia, a fare l'assessore è Romoli e a fare il presidente della commissione cultura Piscopo, che francamente non pare all'altezza delle sfida culturale che Gorizia deve affrontare, viste le cose che dice, anche a proposito di un presunto odio razzista nei confronti dei meridionali, perfettamente inseriti in città con le loro associazioni e in tutti i gangli vitali della comunità. Mi pare che oltre alla questione Piscopo è l'intero comparto della cultura a soffrire in città.
Basta leggere i “raffinati” articoli del piccolo sulla questione per avere conferma che è proprio l'intero comparto della cultura a soffrire in città
Un suggerimento: andate a vedere i curricula dei componenti della Giunta che Romoli ha nominato. Il "peso culturale" non è particolarmente significativo e questo fatto, non casuale, permette al sindaco di emergere su tutti gli altri. Auguriamoci un reale cambiamento!!
La vicenda del consigliere Francesco Piscopo non fa bene alla politica e alla credibilità delle istituzioni. Se i cittadini apprendono che un consigliere comunale subisce un provvedimento disciplinare perché, come sottufficiale della Guardia di Finanza, ha percepito un indennizzo per degli straordinari dichiarati e mai svolti, ciò non può che aumentare lo sconcerto e la sfiducia verso un mondo politico che negli ultimi anni ha fatto di tutto per screditare se stesso.
Riaffermare con decisione la dimensione etica dell'impegno politico dovrebbe essere una priorità per chiunque si candidi ad una carica elettiva. Per questo le dichiarazioni rilasciate da Francesco Piscopo ci sembrano insufficienti, quando non fuori luogo, per rassicurare sull'accaduto: innanzitutto i suoi elettori, ma anche tutti i cittadini goriziani che egli rappresenta, meriterebbero di ricevere una spiegazione più esaustiva circa le cause della sanzione disciplinare subita, soprattutto se egli stesso le ritiene “esigue inosservanze”.
Abbiamo atteso le dichiarazioni di Piscopo prima di pronunciarci sulla vicenda, in modo da avere gli elementi per una valutazione adeguata che non si riducesse a una mera strumentalizzazione politica. Ora invitiamo Piscopo a fornire spiegazioni più esaurienti, e se ritiene di non poterle offrire dovrebbe agire in modo che nessuno possa dubitare dell'onorabilità del Consiglio comunale e dell'integrità di ciascun suo membro. Le dimissioni non lascerebbero spazio ad equivoci.
Riteniamo che a questo punto il sindaco e il gruppo consigliare di cui Piscopo fa parte debbano assumersi le proprie responsabilità, dichiarando pubblicamente cosa pensano di questa vicenda. Nel caso in cui Piscopo non ritenga di doversi dimettere dal Consiglio comunale né di fornire ulteriori spiegazioni, spetterà ai componenti delle Commissioni consiliari della cultura e dell'ambiente, in particolare ai membri della maggioranza che in entrambe gli ha affidato la carica di presidente, decidere se riconfermargli o meno la fiducia dopo quanto è accaduto.
I capigruppo del centrosinistra: Giuseppe Cingolani (Pd), Rosy Tucci (Gorizia è tua), Stefano Abrami (IdV), Livio Bianchini (SEL), Emanuele Traini (Federazione della sinistra)
ribadisco quello che ho detto. Oltre ad una questione piscopo c'è un'altra questione grande come una casa ed è la seguente: Romoli non può tenere l'assessorato alla cultura, perchè non ne ha le competenze nè il tempo. Se la cultura è cosa importante per la città, se, non dimentichiamo, la collina del castello è stata sventrata perchè il maniero, come lo chiamano loro, sarà cuore della proposta culturale, mi pare che l'opposizione debba chiedere quale è questa proposta per cui (non) è stato realizzato un ascensore costoso e impattante. Se i progetti non ci sono, allora non solo piscopo, ma lo stesso romoli deve fare un passo indietro. Comunque il sindaco NON può più fare l'assessore per un altro motivo: se affida incarichi al piscopo vuol dire che non ha nemmeno un po' di buon senso. Come può fare il presidente della commissione del comune di gorizia uno che pensa che la città sia piena di razzisti? adg
Il dibattito politico cittadino si infiamma solo per le stupidaggini… e le commissioni consiliari non hanno alcuna utilità pratica, quindi anche se si dimette sai che cambiamento
Non sono stupidaggini, perchè o si lascia crepare la città, oppure si individua una minima strategia di sviluppo per il territorio. La cultura è risorsa strategica e a programmare non possono essere persone che non ne sono capaci. Punto.
Come disse qualcuno…la parola Cultura è talmente importante che non merita di essere scomodata di continuo. Un presidente di commissione consiliare, organo puramente consultivo che nell’attuale ordinamento è poco più che un orpello, ha il potere di programmare strategie pari a zero virgola zero.
Forse allora può programmare l'assessore. Ma cosa?