Il dibattito politico cittadino si è improvvisamente infiammato intorno alla questione Piscopo: dimissioni o non dimissioni del soggetto in questione. Il centro sinistra, dopo aver atteso le dichiarazioni dell’interessato, “parla” con un documento dei capigruppo (è inserito come commento anche allo specifico post su questo blog) e interventi sparsi sul quotidiano locale; la maggioranza, in questi casi compatta sia pur nascondendo mugugni di corridoio, se ne sta in assoluto silenzio. Si invoca la questione morale e ci si interroga sul rapporto tra disavventure private e pubbliche responsabilità.
Ma Romoli già risponde che è contrariato, stizzito, nervoso, giù di balla e talvolta depresso. Ormai le congiunzioni astrali non sono favorevoli, l'allineamento dei pianeti è in un brutto trigono e sono lì a incrociare le dita per finire almeno il pezzo di corso verdi. Naturalmente dell'ascensore nessuno parla più. Per quello ci vorrebbe uno stellone grande così.
Per non parlare della situazione sanitaria, con l'assoluto silenzio nei confronti della presa di posizione dei sindaci del mandamento che si attribuiscono in bacino d'utenza di 50.000 abitanti, mentre riservano per Gorizia un bacino di soli 35.000 ,cioè la sola città. La furbizia politica che si denuncia nell'articolo del solito Fasola allora dove sta?
Ignora il territorio isontino nonostante le responsabilità politiche e soprattutto amministrative ricoperte?
Non costituisce una novità, quasi si avesse paura di affrontare un argomento che non si conosce. Al massimo si può chiedere a qualche conoscente, medico o infermiere – quale tecnico patentato, di dire qualche cosa di specifico della sua particolare specialità. E non si osserva chi gestisce, o non gestisce, localmente il sistema sanitario. Ma costoro, dirigenti esterni ed estranei al territorio, non dipendono e non rispondono ai cittadini e neppure ai loro rappresentanti locali (sindaci). Perduto il senso etico, rimane solo l'aspetto economico e il "potere" (non poco!!). E ognuno salvi sè stesso, sempre che ne sia in grado.