Lo Jof di Montasio dalla Val Saisera. Sulla lapide un breve scritto di Julius Kugy: “…quando non sarò più, concedi al mio nome un posticino sulla superba fronte settentrionale delle tue pareti. Tieni in alto il mio cuore tra i tuoi picchi meravigliosi…”
Assai volentieri si pubblica la seguente riflessione di Marko Mosetti, intorno a un grande personaggio del Novecento, nato a Gorizia nel 1858.
1858 nella Villa Graffenberg di Palazzo Coronini Cronberg. Il fatto è ricordato anche da una targa posta su quell’edificio dai soci della sezione cittadina del Club Alpino Italiano assieme agli amici del Österreiches Alpen Verein di Villach e della Planinska Zveza Slovenije di Ljubljana.
Un altro esempio della costruzione della memoria a fini politici. Ha ragione Mosetti, ci si ricorda sempre, individui e collettività, ciò che ci fa comodo.
"Si arruolò volontario… per offrire le sue competenze non già nell'offesa del nemico ma nel tentativo di preservare le vite ai soldati chiamati a combattere in montagna" dice Mosetti. Ma siamo certi di queste affermazioni, abbiamo qualche pezza d'appoggio che le confermi? Meglio andare fino in fondo quando si fanno queste celebrazioni.
Ci sono le parole stesse di Kugy, i suoi libri e, se non bastassero, una vita spesa tra i monti assieme alle sue fedeli guide slovene e friulane. Senza stare a fare polemiche basta leggere e informarsi. La letteratura sulla vita di Kugy è oggi, per fortuna, sufficentemente vasta, anche sulle sue vicende belliche.
Marko Mosetti
Ringrazio Marko che mi ha preceduto di un soffio. Per facilitare la ricerca, consiglio ai lettori due testi commoventi, che comprovano lo "spirito" con il quale Kugy ha svolto il suo "servizio alpino" durante la guerra: J. KUGY, La mia vita…, il capitolo dal titolo "Guerra e dopoguerra" e J.KUGY, Anton Oitzinger, vita di una guida alpina, il capitolo "Le miserie della guerra". Credo siano parole da scolpire nella mente e nel cuore, anche in questo periodo di "ricordo" dei cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale.