Lo scorso martedì Vito Dalò ha raccontato al Forum la sua esperienza di regista teatrale e di organizzatore della rassegna internazionale di teatro sociale “Altre espressività”. Il lavoro che è stato portato avanti ha dell’incredibile: prima l’intuizione del teatro come strumento di riabilitazione sociale, poi la formazione di una compagnia teatrale formata da persone con disabilità e la soddisfazione del raggiungimento di obiettivi molto alti, infine la proposta di una rassegna che ha portato in quindici anni a Gorizia decine di compagnie teatrali e migliaia di spettatori. Al fondo la grande constatazione di Franco Basaglia: non esiste un mondo di se-dicenti “normali” distinto da quello di presunti “non normali”, ma tutti si è cittadini chiamati a contribuire alla crescita della comunità sociale, ciascuno condividendo con gli altri le proprie abilità e disabilità. Il teatro di Vito Dalò trasmette quindi un messaggio che va al di là della pur notevole qualità artistica e diventa un punto di vista per “leggere” la società e per immaginarne un futuro autenticamente sostenibile. L’unico problema è che non sempre si ha la percezione delle grandi idee e che esse per “camminare” hanno bisogno spesso di sostegni, anche da parte delle amministrazioni pubbliche. Fatto sta che la rassegna “Altre espressività” quest’anno si terrà ancora, tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, con programma che verrà tra qualche giorno divulgato a mezzo stampa; ma ciò è reso possibile dal ridimensionamento del progetto e soprattutto dall’impegno gratuito delle compagnie che vengono da fuori Gorizia; nel prossimo futuro c’è il concreto rischio che questa grande opportunità venga definitivamente cancellata per mancanza di fondi. E dire che l’investimento è minimo, a fronte di quindici giorni di performance e laboratori teatrali in grado di contribuire in modo enorme alla vita culturale della Città. Grazie Vito…
ab
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