Veramente molto interessante il convegno di ieri sera in Palazzo Attems, dedicato allo sviluppo eco sostenibile del nostro territorio, agli errori del passato e alle prospettive per il futuro. Sono stati passati in rassegna diversi esempi di urbanistica e architettura, centrando l’attenzione su come gestire un corretto rapporto tra strutture e materiali del passato, del presente e del futuro. Insieme alle questioni relative all’Isonzo in Gorizia, presentate da due architetti molto competenti come Luisa Codellia e Elisa Trani, Roberto Raccanello e Claudio Mennino hanno presentato due punti di vista diversi sulla complessa realtà del “riciclo” in architettura, sia dal punto di vista funzionale che – soprattutto – culturale. Particolarmente coinvolgente è stato l’intervento introduttivo di Adelvis Tibaldi (nella foto), del Comitato per la difesa del Friuli rurale: ha evidenziato tre punti critici nella Regione Friuli Venezia Giulia e ha spiegato con dovizia di documentazione l'”assurdità” del progetto Tav in Fvg, dell’incredibile progettata devastazione della storica “rosta” di Sagrado e della realizzazione di tralicci d’alta tensione per i nuovi elettrodotti, previsti nel bel mezzo del greto dell’Isonzo. Avvincente e inquietante, l’unico rammarico è l’assenza dei livelli politici decisionali. Un “bravo!” convinto al Lions club di Gorizia per il coraggio dimostrato nel mettere il dito su autentiche piaghe del nostro territorio.
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Purtroppo gli assenti sono stati in numero molto maggiore dei presenti!
Ma sappiamo bene che oggi i "decisori" non hanno tempo da perdere!
Inquietante quello che alcuni anni fa ha rappresentato Illy; personaggio che è ricomparso recentemente all'orizzonte (riicordiamoci anche in che modo sfrontato non aveva accettato la sconfitta alle regionali).
Siccome non c’è più lavoro perché l’edilizia è ferma, si fanno molti convegni sul territorio e sul consumo di suolo, che va tanto di moda. Molte di quelle cose che giustamente vengono definite “gli errori del passato”, ovvero le conseguenze negative del miracolo del nord-est che, sia chiaro, ha rivitalizzato le regioni più povere e arretrate nel Nord Italia, sono stati progettati dagli stessi che oggi mettono il dito sulle piaghe.
Diciamo pure che dobbiamo cambiare modello di sviluppo, ma almeno evitiamo le ipocrisie.