Ecco un nuovo racconto di Vito Dalò, che offre ai lettori il ricordo di una donna molto coraggiosa, uccisa nel 1990 per aver voluto documentare gli orrori della dittatura nel suo paese.
Manco dal Guatemala da 14 anni. Nei miei precedenti viaggi, mi sono soffermato più del previsto perchè questa nazione mi aveva affascinato per la sua storia, per la sua archeologia, per la sua gente, per i loro costumi, per i colori in cui è immerso, per i paesaggi, per gli antichi riti di discendenza Maya, per il modo di vivere degli indigeni che conservano ancora abitudini costumi e lingue precolombiane. Il racconto di oggi si chiamerà IL PERICOLO DI PUBBLICARE e vi parlerò brevissimamente della morte di Myrna. Nel MIO ultimo viaggio, girando per il mercato di Sololà, nei pressi del lago Atitlan, qualcuno mi parlò di una donna coraggiosa di nome Myrna, ma non vi diedi importanza, solo mi annotai il suo nome. Nel 2004, il governo del Guatemala riconobbe ufficialmente, prima ed unica volta, che Myrna Mack era stata assassinata, l’11 settembre 1990, per ordine del presidente della Repubblica, il dittatore Efraín Ríos Montt, nel periodo del mandato di Ronald Reagan.
Myrna aveva intrapreso una ricerca proibita, l’antropologa fu uccisa a soli 40 anni, proprio per le sue indagini sul genocidio degli indigeni. Nonostante le minacce ricevute, lei si era inoltrata nella foresta e sulle montagne dove vagavano, esiliati in patria, gli indigeni che erano sopravissuto alle stragi militari. Lei aveva raccolto le loro voci. Quel suo cercare, indagare, raccogliere prove, portò ad un esito, la condanna del Presidente Montt ad 86 anni di carcere. Nel 1989 in un congresso di scienze sociali un antropologo degli USA si era lamentato della pressione delle case editrici che obbligavano a produrre continuamente : “Nel mio paese se non pubblichi sei finito” disse. E Myrna , presente a quel congresso rispose: “ Nel mio sei finito se pubblichi”. Lei pubblicò. La uccisero a pugnalate per volontà del Presidente della Repubblica.
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