Se ne parla oggi ovunque, una riflessione in questo blog non può mancare…
La canonizzazione è un atto attraverso il quale la Chiesa cattolica proclama la “santità” di una persona che si è distinta per particolari virtù. E’ una celebrazione che riguarda la terra, e come tale non può che essere soggetta a un giudizio umano, cioè legato alle fragili dinamiche della storia e della sua interpretazione. Ci sono sante e santi martiri e guerrieri, politici e uomini di cultura, fondatrici e fondatori di ordini e semplici lavoratori, poveri in canna e ricchissimi signori del mondo. Ciascuno è legato alla sua epoca, a volte presentato come un modello, a volte nascosto con imbarazzo negli archivi inaccessibili. Per questo il “giudizio” sulla santità non dovrebbe essere legato al consenso mediatico o alla pressione di una parte di popolo che riesce a “gridare” più forte, ma a un’accurata ricerca che richiede intelligenza, documentazione e soprattutto la pazienza di attendere il verdetto importante del tempo.
E’ senz’altro il caso di Giovanni XXIII, che viene elevato agli altari oltre 50 anni dopo la morte. Tutti sanno che alla sua lungimiranza si devono la sorprendente convocazione di un Concilio finalizzato ad “aggiornare il messaggio della Chiesa ai linguaggi del mondo contemporaneo”, l’inaugurazione di uno stile comunicativo semplice e coinvolgente, l’impegno fattivo per la pace in un mondo seriamente minacciato dalla guerra atomica.
Non è certo il caso di Giovanni Paolo II. E’ passato troppo poco tempo per poter valutare con un criterio storico un vescovo di Roma che ha guidato la Chiesa per 27 anni, un lasso di tempo nel quale si sono verificati nel Pianeta eventi assai importanti e delicati, le cui cause e conseguenze devono ancora essere del tutto approfondite e sviscerate. Quale è stato il ruolo di Woytjla in questi contesti? Non sarebbe meglio attendere un mezzo secolo prima di proclamarlo “eroe”? Ratzinger, oltre che successore, è stato il più importante collaboratore del papa polacco; Bergoglio ha ricevuto da lui la “berretta cardinalizia”. Forse si inserisce una componente troppo emotiva nell’iscrizione nel libro dei santi di un uomo che non tutti, anche nella Chiesa cattolica e con legittimi motivi, hanno considerato “santo subito”.
Infine un interrogativo. Perché vengono lasciati nel silenzio due altri nomi importanti del cattolicesimo del XX secolo? Forse perché non si sono preoccupati di risultare simpatici ai potenti e alle folle? O perché il loro magistero risultava indigesto, in particolare quello relativo alla guerra o allo sviluppo dei popoli? Benedetto XV, in pieno primo conflitto mondiale, oltre a definirlo “orrendissima guerra” e “inutile strage”, propone come soluzioni il disarmo generale di tutte le Nazioni, la creazione di una confederazione mondiale di Stati e di un arbitrato internazionale con regole sostenibili. Paolo VI, meditativo attuatore del Concilio, umile nella consapevolezza dei limiti propri e della Chiesa, ne comprende – anche se letteralmente piegato dal timore di destrutturare un organismo gigantesco – la chiamata a nuove, assai difficili sfide, nel mondo attuale.
Andrea Bellavite
Concordo appieno.
Perché non beatificare e canonizzare Don Milani, che ha parlato da subito con un vangelo capibile già negli anni 60 e 70 del 1900, che si è posto con parole di verità per un mondo in pace, nell'uguaglianza, e col riscatto umano degli ultimi, lui che ha proclamato per gli uomini il vangelo di resurrezione, di liberazione, di fiducia ed amore nell'umanità. L.B.
Ecco, istituissero un Oscar, un premio all'eroe del decennio…! Ma, da esseri umani, proclamare Santo un altro essere umano (a maggior ragione se solo per le virtù più o meno mediatiche), mi pare arrogante.
Grazie Andrea per l'intervento pacato e interessante.
Lia
Purtroppo l'azione di Giovanni Paolo II nel contesto dei paesi dell'est lo si conosce abbastanza bene. Per quello e perchè i polacchi lo vogliono santo subito lo si canonizza, nel quadro dei bagni di folla e del nuovo rapporto "popolare" che la chiesa vuole avere con le masse.
allora canonizziamo anche fidel castro