Un nuovo racconto di Vito Dalò, che rende partecipi i lettori di questo blog delle sue esperienze di viaggio e di incontro. Particolarmente toccante questa testimonianza:
Per due volte ho visitato la grande nazione, l’Argentina. Ho visitato per la prima volta questa terra dopo aver visto un film che mi coinvolse. Mission. Ci andai per visitare le missioni gesuitiche e le cascate di Iguazù. Ci tornai una seconda volta per essermi interessato alla storia dell’emigrazione, quella del tango e per conoscere e vivere il fascino delle milonghe. Ma quello che mi sconvolse e mi emozionò, fu la conoscenza di ciò che non conoscevo. Era la fine dell’aprile del 1977, quando 14 madri di figli scomparsi si riunirono per la prima volta. Da allora si unirono, per bussare a porte che non si aprivano mai. Dicevano: ”Dove avete messo i nostri figli?” E lo dicevano insieme, sempre. Migliaia dei loro figli erano stati divorati dalla dittatura militare argentina, circa 500 bambini furono spartiti come bottino di guerra dei militari infertili. Neanche una parola fu scritta e detta dai giornali, dalle radio, dalle televisioni. Alcuni mesi dopo la prima riunione, tre di quelle madri (Azucena Villaflor, Esther Balestrino e Maria Eugenia Ponce) sparirono, come i figli che cercavano e come loro furono trovate uccise, dopo essere state torturate e violentate. Ma non si poteva più fermare la forza del “giro” delle madri, ogni giovedì. Quelle donne con il fazzoletto bianco giravano e rigiravano per la Plaza de Mayo e il loro giro percorse il mondo, raggiungendo finalmente le tv e radio. Sono stato due volte in quella piazza ad osservare ed incontrare queste madri coraggiose e fiere. E con loro ho pianto e ho riso. Hanno visto il buio e la luce, molti dei lori bambini furono ritrovati già uomini.
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