Un altro racconto di viaggio, sempre da Vito Dalò, che invita tutti allo spettacolo degli “Attori per caso”, che si terrà venerdì 16 alle 20.30 al Teatro Verdi di Gorizia.
1980. Ero nel villaggio di San Carlos sul rio San Juan, in Nicaragua. La rivoluzione sandinista era finita da pochi mesi, la terribile dittatura di Somoza era stata sconfitta e l’euforia della gente non si era spenta. In questo sperduto villaggio ho vissuto una delle più belle esperienze umane ed emozionali della mia vita: l’accensione di una lampadina! Come gesto di solidarietà con questo popolo, avevamo comprato, tra l’altro, un piccolo gruppo elettrogeno. Tutti aspettavano me, che indegnamente rappresentavo i compagni italiani, per accendere la prima lampadina nel villaggio di El Castillo. Era chiamato così perché nelle vicinanze c’è un antico forte spagnolo. L’accensione delle prima lampadina, all’imbrunire, scatenò una applauso incontrollato e poi abbracci, emozioni e pianti. Arrivava la nuova era. Fui travolto da quelle emozioni. Tanti mi abbracciarono come fossi un loro fratello, un amico, un compagno che aveva condiviso la loro lotta. Io avevo fatto ben poco nella mia terra italiana.
Fu qui che lo conobbi, fu qui che me ne parlarono… Un sandinista tuttofare che ci guidò in quei luoghi, con un registratore d’epoca a pile, mi intervistò e quello che dissi fu ascoltato da tanti rivoluzionari veri. RADIO REBELDE mandò in onda la mia voce. Subito dopo ascoltai la sua poesia, questi versi: « Creo que el mundo es bello, que la poesía es como el pan, de todos. » « Credo che il mondo è bello
che la poesia è come il pane, di tutti. ». Non conoscevo questo poeta. Chiesi e mi parlarono di Roque Dalton García, il poeta salvadoregno condannato due volte a morte e due volte salvato dal destino: la prima grazie alla caduta del dittatore Lemus, la seconda volta al terremoto che distrusse il carcere. Vinse in tre occasioni il Premio Centroamericano de Poesía, e nel 1969 con Taberna y outros Lugares il Premio Casas de las Americas a Cuba. Non sfuggì però all’appuntamento con la morte a 40 anni, una mano “amica” pose fine alla sua intensa vita rivoluzionaria e poetica. Nessuno sa dove è sepolto, nessun fiore, nessuna preghiera sulla sua tomba. Il mio pensiero per te Roche, c’è e ci sarà.
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