Lo straordinario sforzo organizzativo e la corrispondente, entusiasta risposta di un pubblico da tutto esaurito in ciascuna delle numerose proposte, fanno sì che davanti al festival E’ Storia, non si possa far altro che levarsi il cappello. Centinaia di persone sono letteralmente incollate ai relatori che presentano quasi tutti gli argomenti relativi alla prima guerra mondiale: complesse analisi, confronti fra diversi punti di vista, percorsi d’istruzione, spettacoli musicali. Come non rimanere stupiti e grati a chi ha rischiato, investendo tempo, energie e denaro, per offrire alla città di Gorizia un evento culturale di alto livello, capace di “attrarre” visitatori dall’Italia, dalla Slovenia e dall’Austria?
Detto questo, è legittimo porsi una domanda, che non riguarda soltanto le “Trincee” di E’ Storia, ma anche tutte le altre numerose manifestazioni che punteggeranno i quattro anni del “Centenario”. Se in questo periodo verrà detto tutto e il contrario di tutto, quale messaggio potrà essere recepito? In che modo la storia terribile della guerra potrà fornire un monito alle generazioni attuali? Come superare il rischio di una commemorazione un po’ folkloristica, senza trarre da essa indicazioni utili a cercare una strada alternativa alla guerra, come strumento di risoluzione delle controversie tra le Nazioni?
Forse potrebbe essere utile soffermarsi su qualche proposta. Ad esempio qualcosa del genere:
Il punto fondamentale deve essere che sottentri alla forza materiale delle armi la forza morale del diritto. Quindi un accordo di tutti nella diminuzione simultanea e reciproca degli armamenti, nella misura necessaria e sufficiente al mantenimento dell’ordine pubblico nei singoli Stati; e in sostituzione delle armi, l’istituto dell’arbitrato internazionale con la sua alta funzione pacificatrice…
Queste parole sono state scritte nel 1917, chissà se questo e gli altri interventi dell’autore saranno analizzati o se la ricchezza delle sue intuizioni sarà ridotta – come è accaduto finora – soltanto al ricordo della sua coraggiosa condanna dell'”inutile strage”?
ab
Gli esempi di quanto accade oggi in una nazione come l'Ucraina che cent'anni fa prima della rivoluzione d'ottobre apparteneva per la gran parte, come Gorizia, al defunto ex-impero austro ungarico, ci fanno dire che purtroppo due guerre mondiali e la sconfitta del nazifascismo ad opera dell'URSS in tutta l'Europa Centro-orientale e balcanica, non sono stati meditati e imparati a sufficienza, infatti si è fatto uso della violenza, dei cecchini, dei contractors, e forse di altre milizie d'elite per rovesciare Yanucovich, ed oggi si è votato in Ucraina, escludendo il Partito Comunista Ucraino, che è costretto alla clandestinità, ed a noi i media ci ammanniscono un sacco di falsità quando ci descrivono solo come radicali le milizie nazifasciste del settore destro e di svoboda a Kiev. Quelle di oggi in Ucraina sono state elezioni illegali prive di ogni base giuridica.Morte al fascismo e libertà ai popoli, non agli oligarchi!!!
Oggi sappiamo che il reporter fotografo free lance Andy ROCCHELLI di Pavia è ufficiale che ha perso la sua vita scegliendo di documentare quanto accade nel sud-est dell'Ucraina. Ma nulla sappiamo se e quanti italiani della destra più estrema siano stati reclutati in Ucraina per sorreggere le forze " radicali " nazifasciste, di estrema destra che imperversano all'est ed al sud dell'Ucraina, come già è accaduto venti anni fa nell'ex-Jugoslavia.
Mi pare che la storia abbia saggiamente insegnato: si vis pacem para bellum
COME DIRE CHE HITLER E MUSSOLINI AVESSERO RAGIONE AD ANDARE COME INVASORI NEI PAESI CHE NON ERANO LORO, PURTROPPO I GUERRAFONDAI HANNO UNA MADRE SEMPRE GRAVIDA DI CARNE DA MACELLO, E LA LEZIONE DELLA STORIA NON HA INSEGNATO NULLA A TUTTI QUESTI. MORTE AL FASCISMO E LIBERTA' AI POPOLI.
Guarda che Hitler parlava tedesco, non latino….