Chissà se la “tagliola” consentirà al Governo di portare a casa un primo voto sulla riforma costituzionale? Di certo, nel dibattito in corso, ci sono alcune macroscopiche anomalie.
Il Parlamento che dovrebbe approvare i più importanti cambiamenti nella storia della Costituzione Repubblicana è stato eletto con una legge elettorale dichiarata in alcune sue parti importanti “non costituzionale”. I suoi membri non sono stati eletti, ma scelti dai capipartito. I cittadini hanno votato convinti che la persona da loro scelta sarebbe stata il capo del governo. Ciò non è accaduto, molti di loro comunque hanno compreso l’intento di Napolitano di affidare a Letta l’incarico di formare un Governo a termine, con pochi obiettivi, primo fra essi quello di proporre una nuova legge elettorale in grado di dare all’Italia un Parlamento degno di questo nome. Poi è arrivato il siluramento di Letta, sostituito da una specie di messia non votato da nessuno che ha messo in piedi un “governo del fare”, con l’obiettivo non soltanto di arrivare a fine mandato, ma anche di realizzare in pochi mesi ciò che non si era finora attuato in settant’anni. Renzi è l’uomo dello “stai sereno” rivolto al predecessore qualche giorno prima della defenestrazione, della “riforma al mese” e oggi del “referendum confermativo”. Per respingere l’accusa della “dittatura della maggioranza”, Renzi e Boschi rassicurano gli italiani sul fatto che “comunque ci sarà il referendum confermativo”. Come facciano a passare una notizia simile con tale grado di certezza non è dato saperlo: infatti, se le larghe intese consentissero un’approvazione delle leggi costituzionali con i 2/3 del voto parlamentare, non ci sarebbe la necessità di procedere ad alcun referendum. E anche nel caso di un’approvazione a maggioranza semplice, il referendum dovrebbe essere richiesto da un quinto dei parlamentari, da cinque regioni o da 500mila cittadina. Il che non è affatto scontato. Il buon senso avrebbe indicato a questo punto una strada molto meno arruffata e frettolosa e molto più democratica: un ritorno alle urne con la legge attuale, purgata dai punti dichiarati non costituzionali, una campagna elettorale incentrata sui grandi temi delle certamente indispensabili Riforme e la scelta di premier e parlamentari legittimati dal popolo a fare della prossima una vera legislatura costituente.
ab
Un governo che propone una riforma costituzionale che vuole mandare avanti con maggioranze e tagliole e con un parlamento illegittimo. Incredibile!
Alle prossime elezioni non faró più l'errore di votare PD. Mai più. Questo grazie a Renzi e Serracchiani: mai più!
Io mi son ripromesso da ora in poi di manco andare al seggio se non trovo il simbolo del
PCL di Ferrando.
Paolo Nanut
Berlusconi è fuori dal Parlamento, Renzi non l'ha eletto nessuno in Parlamento, il Porcellum è incostituzionale, il secondo mandato di Napolitano non è scritto in nessuna parte della Costituzione come possibile.Il Patto del Nazareno è stato redatto fuori dal Parlamento, e nessuno ne conosce nè il testo, nè le articolazioni. Duole doverlo dire, ma ci stiamo avviando verso uno sbocco autoritario, checchè ne dicano i piddini con i forzisti, i leghisti, i melonisti-larussisti, e gli alfanianisti, che ormai abitualmente parlano di maggioranza di Larghe Intese dove le intese servono solo ad affamare il popolo, a svendere svalutati i beni comuni. Avanti con Tsipras e l'Altra Europa!!!!
E in autunno bisognerà far fronte a nuove manovre economiche. Mi pare che la situazione stia peggiorando sempre di più. Non sarebbe ora che ferrando, Tsipras, ecc. invece di frammentarsi in mille rivoli iniziassero a lavorare insieme? Cosa aspettiamo ancora?
In autunno avremo elezioni anticipate, e purtroppo una virata a destra, compresi Renzi e Serrachiani. Impareremo mai qualcosa di buono dagli Sloveni???
Tsipras l'ha già fatto, occorre procedere come in Grecia.