E’ davvero inquietante l’ulteriore éscalation di violenza che sta verificandosi in Iraq. La sistematica violazione del principio di libertà di coscienza e professione religiosa ha portato i cristiani e i musulmani sunniti del Nord del Paese a un esodo di proporzioni bibliche.
Mosul, capoluogo della regione di Ninivah (la Ninive del profeta Giona), era fino a poco tempo fa il più importante luogo della tradizione dei cattolici caldei, oggi è il centro di una repressione religiosa che costringe la gente a fuggire dalla proprie case “senza portare nulla con sé”, come dice il vescovo di Roma Francesco. I caldei conservano gelosamente l’aramaico come lingua della liturgia, orgogliosi di salvaguardare l’idioma parlato da Gesù. In questo – purtroppo non isolato – focolaio di guerra planetario, si scontano la superficialità o il mero interesse del resto del mondo.
La “guerra civile” in Iraq è diretta conseguenza delle contraddittorie politiche “occidentali” che prima hanno armato Saddam Hussein consentendogli – nel silenzio quasi generale – di realizzare soprusi nei confronti degli sciti filoiraniani, poi lo hanno detronizzato con un doppio conflitto che ha destabilizzato totalmente il Paese. Per farlo, hanno dovuto sostenere le forze antiSaddam, ovvero gli sciti a suo tempo perseguitati, non garantendo adeguata protezione ai sunniti e ai cristiani, che invece dal rais iracheno erano stati fortemente favoriti.
Gli avvenimenti di questi giorni coinvolgono come sempre la povera gente: fedeli al proprio credo religioso, le famiglie devono sopportare ogni sorta di violenza per mantenere in vita la loro tradizione. Ma tali eventi hanno una radice, politica e non religiosa, profonda nella sciagurata guerra infinita scatenata a suo tempo da Bush, dopo gli attentati del 2011.
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D'altra parte noi italiani viviamo in un paese satellite degli Usa, dove il Corriere della Sera, ancor oggi, ci ammannisce in prima pagina uguali schifezze sulla guerra dell'Ucraina verso le popolazioni del Donbass e sul Boeing 777 della Malaysia Airlines, dico uguali di quelle pubblicate prima dell'invasione americana dell'Iraq di 10 anni fa. Oltre a Pandoratv.it provate ad andare sul sito del giornalista Usa Robert Perry, e forse capirete che sul pianeta ci sono stati e ci sono dei criminali guerrafondai, che mirano alla terza guerra mondiale. Speriamo che papa Francesco dica una parola più sollecita oltre che su Gaza e sulla Siria, anche sul Donbass.