Nel “giorno più lungo della sanità goriziana”, i gruppi politici di centro destra e centro sinistra in Consiglio Comunale convocano i cittadini all’incontro con la Presidente della Giunta Regionale. Di fatto, al di là delle precisazioni dell’uno o dell’altro, si tratta della salvaguardia del Punto Nascita di Gorizia. A parte i sostenitori più convinti, è da prevedere che la presenza non sarà unanime e non solo a causa della ordinaria tiepidezza degli abitanti. Non tutti infatti sono così convinti della difesa senza se e senza ma del reparto cittadino…
Già le si erano segnalate, ma nell’occasione è bene riprendere alcune riflessioni di fondo:
– La sicurezza. La prima questione irrisolta è la “verità” rispetto all’affermazione secondo la quale la media di nascite quotidiana è troppo bassa per garantire un sufficiente livello di sicurezza. Due tesi che si oppongono, quella di chi stabilisce per legge i criteri per il mantenimento dei reparti e quella di chi li contesta. Entrambi si appellano a motivazioni “scientifiche”, ma chi ha ragione?
– Le risorse pubbliche. Sembra effettivamente questo il problema principale. E’ indispensabile che lo sguardo sia regionale e che ci sia una generale ristrutturazione della sanità, a partire dall’eliminazione dei “doppioni” triestini e udinesi. In tale contesto, ha davvero senso difendere ad oltranza tutti i cosiddetti “gioielli” del goriziano, rievocando addirittura le stucchevoli contese con Monfalcone? Non sarebbe meglio ottenere la garanzia di cure molto efficaci in strutture regionali di alto livello, servite da buone infrastrutture, specializzandosi invece su alcuni specifici settori e richiedendo a gran voce un grande potenziamento dell’assistenza sul territorio?
– I cittadini. Sono proprio sicuri, i consiglieri comunali, di rappresentare gli umori dei cittadini? Mentre le cifre ci parlano di meno di un parto al giorno nell’ospedale cittadino, migliaia di famiglie vivono il dramma di persone malate o anziane poco autosufficienti: le infermiere e gli infermieri sul territorio sono a detta di tutti meravigliose/i, ma sono veramente troppo pochi. E se in cambio delle molto ingenti risorse finanziarie richieste da un “punto nascita”, il cui servizio potrebbe essere svolto di fatto a pochi chilometri di distanza, si richiedesse con convinzione un grande sforzo di sostegno alle cure a domicilio, con grande beneficio del grande numero di destinatari?
Il tutto per lanciare qualche proposta costruttiva, rinunciando a uno sport che da troppi anni penalizza Gorizia: quello di volere sempre tutto e di essere costretta poi – ad ogni inevitabile taglio – a piangere calde lacrime sul latte versato.
Andrea Bellavite
L'origine di tutto nasce dal fatto che non si è voluto ristrutturare l'Ospedale Civile di via Vittorio Veneto, verremo a sapere finalmente la verità? Ci dicano effettivamente numeri alla mano quanto è costato comprare e ristrutturare il Fatebenefratelli e quanto invece si sarebbe speso per ristrutturare il Civile. Perchè ai tempi non si è voluto creare un polo ospedaliero in Mainizza? Che la Serracchiani interessi poco di Gorizia è ormai risaputo; ma cosa ha fatto per il nostro territorio il predecessore Tondo? Romoli quando era a Roma come senatore ha mai fatto gli interessi della città? Io di sicuro non andrò in piazza, come del resto ultimamente per radiografie ecc… mi sono sempre rivolto in Slovenija. Iniziamo ad abbattere le barriere che abbiamo in testa innanzitutto e iniziamo veramente a collaborare con gli amici sloveni. Dobbiamo andare oltre alla città comune fra Gorizia e Nova Goricia, dobbiamo pensare in grande a un'unica entitià fra Primorka e isontino; solo così torneremo ad avere un peso politico.
Paolo Nanut Standrez pri Gorici
Sono d'accordo! E poi utilizzare anche logiche diverse nelle scelte politiche: non falsi criteri di qualità e di efficienza avulsi dal contesto territoriale. Le strutture/servizi sanitarie/i (la cd sanità) fanno parte dei beni comuni (patrimonio anche culturale e di relazione) del territorio. Senza considerare i posti di lavoro e l'arricchimento del contesto locale …. E affianchiamoci anche a coloro che "non hanno i mezzi per fare le scelte che si danno per scontate" come "si va dove l'intervento è migliore" (ma siamo poi sicuri che, nonostante tutti gli sforzi del malato e della sua famiglia, sia questo poi il più-più …).
Per ritornare al ragionamento: perché essere costretti a migrare a TS o a UD per prestazioni che possono essere eseguite nella "nostra città comune" (G.NG.SP).