Chi non ricorda la vicenda della “signora dei giardini”? Giunta a Gorizia nel 2008, “residente” per quasi un anno su una panchina, prima nel Parco della Rimembranza poi nei Giardini di Corso Verdi, era stata più volte invitata ad andarsene. Dopo una serie di indirette ordinanze e dirette pressioni nei confronti dell’interessata, nel mese di luglio del 2009 il Comune accoglieva la disponibilità della Comunità Arcobaleno a farsi carico della situazione d’emergenza, “almeno per un breve periodo e in piena collaborazione”, come disse nell’occasione l’assessore competente Silvana Romano. In realtà, la “situazione d’emergenza” nell’alloggio Ater gestito dall’Arcobaleno, si protrasse per alcuni anni: l’interessamento dei settori politici comunali fu pari a zero e la situazione restò a totale carico della comunità d’accoglienza goriziana. Per qualche tempo il Comune di Sassari contribuì al pagamento dell’affitto, poi più nessuno si interessò del caso fino a quando la Comunità Arcobaleno non prese la decisione di liberare l’alloggio, intentando e vincendo una lunga e dispendiosa causa giudiziaria.
Risultato: dopo sei anni la “signora dei giardini” è ritornata al punto di partenza e ora vive su una panchina nel Parco della Rimembranza. Al posto della brutta tenda di plastica alcuni ombrelli riparano dalle intemperie la donna e le sue povere masserizie. Ecco tutto, un pessimo esempio di gestione “politica” di un caso.
E se l’amministrazione ha dimostrato una totale incapacità ad affrontare il “problema” di una sola persona, è facile immaginare quali saranno le risposte di fronte alla realtà di decine di altre persone che stazionano nei parchi cittadini e soprattutto in quelli della periferia. Al di là delle chiacchiere, la crisi economica da una parte, le leggi attuali in materia d’immigrazione dall’altra, non fanno altro che moltiplicare le occasioni di disagio. E chi dovrebbe essere responsabile della gestione del territorio cosa fa? Nasconde la testa sotto la sabbia e incrocia le dita, nella speranza che nessuno se ne accorga…
ab
Mi pare che la parabola assistenziale della signora Elsa, dalla panchina dei giardini pubblici a quella del parco della rimembranza faccia vedere plasticamente come nella nostra scomunità chi si da da fare può avanzare di 800 metri nella linea retta sociale. Pian piano l'assessore riuscirà a farla sedere sulle panchine della stazione ferroviaria e poi magari a mandarla via. Dio, ci vorranno quei sette o otto anni, ma la direzione è quella giusta. adg
Stupisce anche, pur non conoscendo i dettagli della vicenda, il comportamento della Comunità Arcobaleno. D'altra parte, da molti anni, essa è diventata quasi esclusivamente una cooperativa di servizi: niente male, ma altra cosa rispetto alle ammirevoli intenzioni del suo fondatore, don Alberto de Nadai, che infatti credo non sia più impegnato direttamente con l'Arcobaleno. E ora…cosa possiamo fare? Se il Forum avesse qualche idea, si potrebbero chiamare all'impegno i cittadini. Io sarei disponibile. Cordiali saluti. GM
No, la Cooperativa Arcobaleno non centra. E' proprio la Comunità Arcobaleno, con la quale don Alberto è impegnato tuttora a pieno tempo e che non ha alcun rapporto con la Cooperativa…
ecco la mia idea. Quanti appartamenti vuoti ha l'ater in città? Quanti edifici dismessi ma non troppo ci sono? Poichè vi sarà un'emergenza abitativa, sarebbe il caso di pensare a più alloggi dedicati a chi è in queste condizioni. Vediamo che la crisi è destinata a non finire, dunque bisogna attrezzarsi per tempo.
Gli appartamenti degli altri e la Caritas imprenditoriale! Ecco la soluzione!