Grazie! E’ la prima parola che viene in mente salutando Mario, “personaggio” tra i più conosciuti di Gorizia, appartenente alla famiglia Lo Re. Lavoratore instancabile, simpatico e sorridente con tutti, amico fedele.
Di fronte alla decisione di farla finita con la vita tutti ci si interroga, soprattutto quando queste notizie si moltiplicano e riguardano chi conosciamo e stimiamo. Se è vero che siamo tutti legati da un misterioso ma reale filo, quando esso viene volontariamente tagliato è inevitabile che si ricerchino le cause, facciano capolino irrazionali sensi di colpa, si affastellino i ricordi.
E davanti al tribunale interiore si chiama a rispondere anche la società, in particolare in questo drammatico periodo in cui tra le luci e i suoni di un capitalismo al tramonto, tanta gente si uccide perché non può reggere le esigenze sempre più pressanti del Dio denaro.
Al di là delle analisi resta lo stupore di fronte a un gesto che in ogni caso richiede il coraggio della persuasione e che nello stesso tempo complica ulteriormente la vita delle persone più vicine che devono affrontare grandi problemi, materiali e spirituali. E pur scavando nelle pieghe dell’esistenza – ma fino a che punto è giusto scandagliare pubblicamente la storia di una persona? c’è un limite al diritto/dovere di cronaca? – a volte non resta altro che constatare che esiste una malattia molto profonda che ci colpisce così tanto perché sappiamo che si annida nel fondo dell’anima di ciascuno di noi:
Spesso il male di vivere ho incontrato/ era il rivo strozzato che gorgoglia/ era l’incartocciarsi della foglia/ riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio/ che schiude la divina Indifferenza:/ era la statua nella sonnolenza/ del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. (E. Montale)
Mario, resterai nel nostro cuore e – puoi starne sicuro – ogni volta che ci troveremo davanti a una pizza simile alla tua insuperabile “marionara”, ci ricorderemo di tante serate condivise nella pace.
Un abbraccio a Costanza, alle tue sorelle e ai tuoi fratelli, a tutti coloro che ti hanno voluto bene.
Forum per Gorizia
In una piccola città come Gorizia, che può essere una comunità, non è possibile che una persona si uccida perchè non ha soldi. Non possiamo entrare nell'animo di un uomo e nelle sue motivazioni, che saranno complesse, ma perchè non portiamo avanti l'idea di un fondo in comune, alimentato anche da privati, affinchè una persona il difficoltà possa essere aiutata, per poi restituire con calma il debito, una forma di microcredito, di aiuto temporaneo che faccia sì che uno non si senta così solo. facciamo questa proposta in consiglio comunale, non lasciamo solo alle parrocchie l'onere dell'aiuto. La crisi economica va affrontata pubblicamente, dall'ente che noi abbiamo eletto. Un abbraccio alla famiglia di Mario. Non dimenticheremo la sua generosità e le sue focacce che abbiamo mangiato lì dopo le riunioni, la cura nel cibo che metteva la moglie, la loro voglia di farcela. adg
Ciao Mario!
Non dimenticheremo la tua simpatia…
GM
Voglio ancora ricordarlo davanti al forno in quegli anni 80 nella pizzeria a fianco al Tribunale…Che mangiate, che bevute e che risate. Ciao amico Mario.
Paolo Nanut