“Irresponsabile e folle”. Così Romoli definisce la scelta della Provincia di trasferire un’ottantina di afghani richiedenti asilo dall’assai pericoloso sito sull’Isonzo alla ben più confortevole tendopoli in Via Brass.
E’ bene che anche i suoi elettori di centro destra, giustamente preoccupati per la sicurezza, sappiano che il sindaco da essi votato – e non gli amministratori della Provincia – , responsabile della salute di tutti coloro che si trovano sul “suo” territorio, si è comportato in modo irresponsabile e folle.
Nonostante fosse a conoscenza da almeno due mesi della situazione (interrogazione di Gentile, ripetuti “allarmi” di Zotti, intera pagina sul Primorski Dnevnik dell’8 agosto, segnalazioni dei cittadini, ecc.) non ha mosso un dito, fino a quando non si è trovato costretto a prendere posizione dall’iniziativa di Gherghetta e dell’assessore Cecot.
Ha dimostrato totale ignoranza, quando ha dichiarato pubblicamente di “non sapere se si tratta di richiedenti asilo o di clandestini”, a fronte dei documenti che sarebbe stato sufficiente domandare a tutti gli interessati, nei due mesi precedenti.
E’ stato inefficace, incapace di suggerire alla Prefettura soluzioni alternative all’alloggio sulle rive di un fiume in piena; neppure quelle assai tardive – odierne – dello sgombero forzato, che avrebbe potuto invocare presso Alfano almeno tre mesi fa, molto tempo prima degli eventi di questi giorni.
Si è dimostrato disumano, sottolineando che la presenza dei rifugiati potrebbe rovinare gli sforzi prodotti per incrementare il turismo a Gorizia (quali? gli ascensori al castello? o il porfido di Piazza Vittoria? o cos’altro?). L’accoglienza di poveri esseri umani alla ricerca di pace e di sollievo dalle persecuzioni viene considerata un deterrente alla presenza turistica in città! E’ un’affermazione talmente assurda da far pensare che il sindaco stia cercando un capro espiatorio sul quale scaricare l’evidente fallimento della sua politica turistica e culturale.
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Quadro perfetto di un uomo incapace di fare altro se non i propri interessi, visto come ha sistemato suo figlio Eurialo nella redazione della RAI regionale, invece di farlo radiare dall'ordine dei giornalisti per comportamento indegno nel corso della campagna elettorale 2007.
Del resto, uno che non è stato capace di affrontare il caso di una sola persona (quella che stava sulle panchine dei Giardini e che cinque anni dopo soggiorna sulle panchine della Rimembranza), come potrebbe risolvere quello di ottanta?