La situazione mondiale è veramente preoccupante. La miriade di conflitti, accesi in ogni continente, insieme alla morsa della crisi economica, sembra essere inarrestabile. Inoltre colpisce la violenza estrema dei contendenti, enfatizzata da un uso spregiudicato dei media che tendono evidentemente a presentare la propria parte come quella nell’assoluta giustizia e l’altra come quella del male assoluto.
In realtà il vero problema è la mancanza di un organismo internazionale in grado di aiutare a risolvere i conflitti tra le Nazioni e all’interno di ciascuna di esse. Infatti, tutti dicono – in primis il vescovo di Roma Francesco – la violenza deve essere fermata. Ma nessuno – compreso il papa – dice come. O meglio, i guerrafondai hanno le idee chiare e per loro solo degli interventi militari mirati potrebbero risolvere i problemi; all’opposto i pacifisti del “senza se e senza ma” affermano la potenza delle armi diplomatiche, ma sembrano piuttosto imbarazzati di fronte all’éscalation di decapitazioni e atti terroristici di ogni genere, perpetuati per ragioni – almeno “ufficialmente” – religiose e culturali.
La domanda, che è antica oltre cent’anni, è: ma chi può intervenire e con quale legittimazione? La proposta di un arbitrato internazionale, che avrebbe dovuto trovare realizzazione attraverso l’Organizzazione delle Nazioni Unite, dimostra oggi la propria intrinseca debolezza. nessuno Stato ha seriamente delegato parte dei propri poteri all’istituzione internazionale, inoltre “pesa” come un macigno il ruolo dei Paesi del Consiglio di Sicurezza e soprattutto il “criterio di rappresentatività”. ammesso e non concesso che la decisione del Palazzo di Vetro conti qualcosa, che fora hanno i votanti? Ogni Stato vale quanto l’altro? In altre parole l’opinione dell’India varrebbe quanto quella del rappresentante di San Marino. Ogni Stato conta per il numero dei suoi abitanti? In questo caso Cina e India insieme raggiungerebbero sempre la maggioranza assoluta su ogni vertenza. Conta il Pil o l’indice di ricchezza e di benessere? L’ONU sarebbe in mano ai plutocrati… E allora? Allora c’è da registrare l’urgenza di trovare una soluzione alla question. Non è stata individuata nei settant’anni successivi alla seconda guerra mondiale, non c’è da essere troppo ottimisti sul fatto che ci si possa riuscire nel difficilissimo contesto attuale. Ma, senza una soluzione, che destino avrà un mondo lasciato in balia della legge del più forte e del più violento?
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è da sempre che il diritto internazionale si basa sui rapporti di forza. La storia non ha insegnato nulla?