Venti anni fa andai in Bolivia. Desideravo visitare la QUEBRADA DEL YURO. Fu catturato in quel luogo l’8 ottobre del 1977 e il 9 ottobre fu assassinato. Lo circondarono 1700 soldati mentre lui era con pochi guerriglieri mal armati. Lo chiamavano EL CHE, il dottor Ernesto Guevara. . Diversi uomini di valore che ho apprezzato e amato, hanno fatto la stessa fine. Nel 1919 toccò ad Emiliano Zapata, ucciso in Messico perché lottava per una vita migliore, per i contadini e gli operai. Nel 1934 cadde anche Augusto Cesar Sandino in Nicaragua, terra che ho visitato nel 1980, per gli stessi motivi. Questi rivoluzionari avevano la stessa età, quasi quarant’anni. Tutti e tre furono traditi per denaro e caddero per le pallottole ricevute. Tutti e tre figli di una terra dalle forti passioni e di rivoluzioni; latinoamericani del secolo scorso. Tutti e tre furono castigati perché volevano cambiare la storia. Che il loro ricordo resti indelebile!
Vito Dalò
Avevo capito foste pacifisti, non immaginavo di poter trovare qui una apologia di guerriglieri e massacratori seriali!
Per Vito Dalò
Per la cronaca, ti sei sbagliato di un decennio, mi sembrava strano il 1977.
L'anno della morte di Che Guevara è il 1967.
saluti
mauro
" Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia " ( Claudio Lolli ). Bravo Vito, io sto con te! Solo un appunto sui tuoi racconti di viaggio: troppo brevi… Ciao
Giorgio M.
come al solito hai capito male. Il modello di riferimento è Jack Lo Squartatore.
Si è del 1967, Mauro, è stato un errore di battitura, grazie per la segnalazione…Giorgio, grazie per l'incoraggiamento ma ho voluto scrivere brevi racconti perchè più facilmente qualcuno legge. Quando andrò in pensione farò una cosa più significativa….Grazie…Pacifismo non significa inerzia….Persino Paolo VI ha giustificato l'uso delle armi contro le dittature violente quando non ci sono altri mezzi, figurarsi uno come me (Vito Dalò)