Livio Isaak Sirovich ha presentato ieri sera al Forum per Gorizia il suo libro Non era una donna, era un bandito.
Presente un pubblico numeroso e molto partecipe, dialogando con Anna Di Gianantonio l’autore ha raccontato la vicenda di Rita Rosani, ebrea triestina, partigiana combattente uccisa in uno scontro a fuoco sulle montagne sovrastanti Verona e medaglia d’oro della Resistenza.
Con un linguaggio avvincente, Sirovich ha ricostruito il tessuto sociale e politico degli anni ’30 del Novecento triestino, in particolare le diverse anime dell’ebraismo messe a dura prova dalla proclamazione delle leggi razziste del 1938. In questo contesto è stata delineata anche la semplicità di una vita quotidiana caratterizzata dai gesti ordinari tipici di una famiglia del tempo, prossimi ad essere oscurati dalle nuvole sempre più cupe, trascinate dai venti dell’ormai vicina tragedia della seconda guerra mondiale.
La storia personale si intreccia con quella generale e sullo sfondo di un mondo minacciato scorrono sulla scena le speranze e le delusioni, le gioie e le sofferenze, i progetti e le incertezze della vita di una giovane, la cui storia è stata bruscamente interrotta dai mitra nazisti, il 17 settembre 1944. Non aveva ancora compiuto 24 anni.
Interessante e incredibile storia. Leggerò senz'altro il libro, perchè la storia mi ha davvero coinvolto.