Ben vengano iniziative finalizzate a far crescere il livello culturale di una città come Gorizia. E ben vengano volti nuovi e giovani a favorire la nascita e la crescita di nuove possibilità di ricerca scientifica e approfondimento accademico. Il post non riguarda l’opportunità di una simile iniziativa privata, ma la sua collocazione in un ambiente che è quanto di più “pubblico” ci si potrebbe immaginare.
E’ stata infatti solennemente inaugurata l’Università Popolare di Gorizia che ha sede al piano terra dell’edificio del Comune di Via Garibaldi 7.
Sul palazzo, dove sono ubicati molti uffici comunali, campeggia già da qualche giorno l’invitante scritta UNIVERSITA’ POPOLARE DI GORIZIA, “patrocinata” dallo stemma dello stesso Comune.
L’iniziativa è ampiamente descritta nel sito www.unigo.it ed è stata presentata alla stampa un paio di settimane fa, nella Sala Bianca del Municipio, presente il vicesindaco Sartori.
Sulla base di quale delibera i pubblici locali sono stati affidati a tale istituzione? La 181/2014, del 4 settembre 2014, emessa sulla base della manifestazione d’interesse da parte del soggetto interessato.
In essa si afferma che per ricevere in affitto i locali “in uso promiscuo al 50%” – 126 mq per 350 euro al mese più 2080 di oneri accessori – occorre tra l’altro essere un’Associazione senza fine di lucro e svolgere attività di:
attivazione di servizi informativi, comunicativi e divulgativi, finalizzati all’arricchimento dell’attrattività complessiva della Città nello specifico e richiesto contenuto di cittadella universitaria multidisciplinare con un utilizzo che privilegi il collegamento e le possibili interazioni con le realità già presenti sul territorio, con particolare riferimento al
potenziamento dell’offerta formativa e didattica della presenza universitaria e al suo
possibile sviluppo, all’interno del già avviato percorso di potenziamento.
Fino a questo punto non c’è nulla da eccepire, salvo appunto il dubbio sull’opportunità di affidare a un ente privato dei locali nell’edificio del Comune, accanto a uffici che “servono” gli interessi di ogni cittadino.
Sull’assenza dei fini di lucro, occorre consultare lo statuto e l’atto costitutivo del… Del cosa? Mentre in tutti i siti e nei libretti annuali delle “Università delle Terza Età” o delle “Tre Età” – ma anche in quelli di altre Università Popolari, come ad esempio quella di Trieste – sono facilmente reperibili statuto e atto costitutivo ed è riportata con evidenza la ragione sociale (per esempio di APS senza scopo di lucro per quanto concerne Ute e Unitre), dalla consultazione del sito dell’Università Popolare di Gorizia risulta per il momento impossibile risalire agli uni e all’altra. Di certo è che l’attività è presentata sui giornali come quella di un'”Università”, ma il soggetto che sottoscrive l’accordo con il Comune risulta essere una non meglio specificata “Associazione”. E’ possibile saperne qualcosa di più?
In secondo luogo, le possibili interazioni con le realità già presenti sul territorio, sono già in atto o – come sembra dalle parole dei responsabili riportate oggi sul quotidiano locale – sono ancora appunto “possibili”, cioè per il momento inesistenti e in fase di costruzione? Il dubbio è lecito: scorrendo l’elenco dei corsi proposti, davvero le istituzioni accademiche cittadine potrebbero concepire la nuova “Università” come “complemento” al servizio della loro offerta formativa (il che giustificherebbe l’assegnazione dei locali) e non come “concorrenza sponsorizzata” nei confronti loro e di altri istituti privati goriziani che tra i loro corsi ne offrono molti assai simili, quanto a contenuti e a percorsi di ricerca?
Un’ultima domanda – almeno per il momento – si possono usare lo stemma e il logo del Comune non in quanto semplice compartecipazione, ma come parte integrante dello stemma e del logo di un’iniziativa privata?
Si resta in attesa di una risposta a questi interrogativi, per metterla a disposizione dei tanti lettori che passando davanti all’edificio di Via Garibaldi 7 si sono chiesti che cosa sia questa “Università Popolare di Gorizia”, con evidente entusiasmo condivisa dall’amministrazione comunale.
ab
Effettivamente, passando per via Garibaldi e leggendo la scritta Università popolare sotto il logo del Comune di Gorizia, sembra che tutto l'edificio del Comune sia adibito all'università e che si tratti di qualcosa che appartiene al Comune stesso. Poichè apprendiamo che non è così, viene da pensare a quella che si chiama "pubblicità ingannevole" e che può essere denunciata all'Autorità Garante per la concorrenza e il mercato.
Condivido pienamente quanto espresso nel post : trattandosi di luogo pubblico è necessario fare assoluta chiarezza, soprattutto sull'assenza di lucro asserita, che è precondizione per l'occupazione di quei locali. Assenza di lucro che dal sito dell'associazione proprio non emerge.
R. Forzi
In effetti il sito contiene un sacco di fuffa…
Mi sembra tutto molto ambiguo…corsi di traduzione di albanese, servizi di consulenza per leggere le espressioni facciali…per carità, saranno cose importanti, ma a Gorizia…boh.
Ecco già alcune risposte:
1. Si tratta di una non meglio specificata "Associazione" denominata "Università Popolare di Gorizia".
2. Ha scopi culturali e scientifici, sortivi e socio-assistenziali, soprattutto ha lo scopo di svolgere attività di formazione permanente (tra gli obiettivi ci sono perfino l'organizzazione di un servizio di protezione civile e l'assistenza domiciliare ai sofferenti e ai bisognosi.
3. L'Associazione non ha fini di lucro.
4. Il simbolo dell'Associazione non centra niente con quello del Comune di Gorizia, trattandosi invece di una "corona turrita sovrastante scudo raffigurante muraglia che cinge tre torri, la centrale più alta, in campo azzurro. Alla base due fronde d'allora incrociate con nastro rosso. Il disegno è racchiuso in una corona circolare che reca al suo interno la scritta Università Popolare di Gorizia".
E dire che qualcuno l'aveva confuso con lo stemma della città di Gorizia, mentre in quello è evidente che il nastro che chiude le fronde è azzurro e non rosso!
Manca giusto il corso di laurea in fuffologia
Sì, ma i locali sono del comune. Quindi quanto paga l'associazione? E se è senza fini di lucro mi insegnano l'albanese a gratis? speriamo che arrivino delle chiarificazioni, anche perchè se i corsi sono di lettura dell'espressione facciale, francamente mi pare inopportuno che il comune dia locali. Servizio domiciliare gratuito?
Altra informazione: chi presiede l'università e l'associazione?
« Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore». Poi ben venga anche la fuffa, se c’è a chi interessa. Comunque sappiate che in Italia questa specie di università sono nate proprio su iniziativa dei partiti di sinistra, che volevano avvicinare alla cultura i ceti più emarginati. Che fate, prima volete acculturare il popolo e poi vi lamentate perché il Comune li ospita?
guarda che questa non è l'università popolare che pensi tu. la fuffa chi la vuole se la pigli, ma a spese sue, non ospite del comune a cui tutti paghiamo le tasse. i ceti popolari non c'entrano una mazza, nessun lavoratore della tex julia vuole frequentare i corsi di comunicazione facciale, nè nessun cantierino è interessato alla traduzioni in albanese
Per la cronaca non pare che "l'università" in oggetto sia riconosciuta quale Organizzazione di Volontariato, o come Associazione di Promozione Sociale. I registri sono infatti disponibili sul sito della Regione e almeno che non compaia sotto nome diverso qui non si trova http://www.fvgsolidale.regione.fvg.it/welcome.asp
E comunque il logo è evidente sia lo stesso dell'emblema comunale.