E così, anche per la pressione esercitata da ormai alcuni mesi, la montagna ha partorito il topolino. Almeno questa notte nessuno dormirà all’aperto ma i quaranta richiedenti asilo destinati a una fredda notte all’addiaccio sono stati trasportati in serata all’ex Cie di Gradisca d’Isonzo, in attesa di essere trasferiti tra tre giorni in un albergo di Grado. Perché solo un “topolino”? Perché il Cie è stato costruito e ristrutturato come un carcere e a nessuno piace l’idea di dormire in una prigione, perché questa “accoglienza” potrebbe preludere a una riapertura della famigerata struttura, perché dopo mezzo anno di inerzia ci si poteva veramente attendere qualche soluzione ben più confortevole e dignitosa. Comunque, meglio stare al Cie che all’addiaccio in queste notti umide e gelide. Si vigilerà, affinché siano veramente solo tre i giorni e affinché le persone siano trattate comunque nel migliore dei modi. E nel frattempo continuerà la cena serale alla Caritas, per gli ospiti del dormitorio di Piazzutta che appunto potranno ancora trovare sostegno e conforto.
L' accoglienza però è arrivata all' istante sull' onda dell' allerta terrorismo. Può non piacere, ma è cosi.