Un gruppo di volontari, impegnato da settimane in un lavoro di difficile e molto impegnativo supporto ai richiedenti asilo, si è sentito interpellato da un articolo pubblicato sul quotidiano locale e ha scritto una lettera aperta al giornale. Viene qui pubblicata in ampia sintesi, come spunto di riflessione e discussione:
Siamo un gruppo di cittadini dell’ Isontino che in vario modo cercano di aiutare quelli, fra i profughi afgani e pachistani, che sono in attesa di trovare accoglienza, prevista da una precisa normativa nazionale e internazionale, in sedi a ciò espressamente individuate dagli organismi competenti. Con l’ avanzare del freddo, con l’ aumentare del numero di esseri umani sprovvisti di cibo, indumenti adeguati, ricovero notturno, abbiamo intensificato le nostre iniziative , utilizzando anche strutture della Caritas. In concreto , da alcune settimane, diamo cena,colazione, indumenti, un tetto per la notte a un numero variabile , e non sempre prevedibile, di persone(da 30 a 90). Facciamo anche altre cose, come occuparci dell’ igiene, delle medicine occorrenti,dei documenti necessari: con i soldi nostri e con quelli di persone (non moltissime ma nemmeno così poche) per le quali la solidarietà è una pratica spontanea, naturalmente inscritta nella dimensione della civiltà; usiamo il nostro tempo libero, magari quello delle ferie, ciascuno secondo le proprie competenze, sopportando facili ironie ,quando non degli insulti, dei quali con una certa frequenza siamo oggetto.
Veniamo al punto: (…) ecco un passo dell’ articolo pubblicato nel supplemento Eventi del 31 dicembre 2014, alla pagina XII del quotidiano Il Piccolo, dove si legge “La vicenda dei profughi ha messo a nudo tanta ipocrisia. Si continua a spacciare per volontariato quello che è lavoro retribuito, si continua a parlare di carità a fronte però della corresponsione di centinaia di migliaia di euro a un settore che, forse opportunamente, fa dell’ assistenza un business.”
Vorremmo chiedere: poiché non sappiamo a quale volontariato si riferisca ,dato che non viene in alcun modo circostanziata la pesante accusa di ipocrisia, dobbiamo ritenerci inclusi anche noi, con le nostre sporte della spesa e gli indumenti raccattati presso parenti e conoscenti? Forse non è conosciuto questo volontariato da tempo operante e noto, ad esempio, alle forze dell’ ordine, alla Prefettura, alla ASL, alla Croce Rossa? (…)
DAI IL MEGLIO DI TE…
di Madre Teresa di Calcutta
Se fai il bene,
ti attribuiranno secondi fini egoistici
non importa, fa’ il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici
e veri nemici non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani dimenticato.
Non importa fa’ il bene
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
non importa, sii franco e onesto.
Dà al mondo il meglio di te,
e ti prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te.
C'è comunque da chiedersi chi è l'ispiratore del noto cronista, che così addentro alle vicende inerenti la carità cristiana sembra proprio non esserci mai stato. Qualche sospetto invece li solleva i suoi continui rimpianti per la mancata riconferma del dinamico ex direttore della Caritas, che accoglieva centinaia e centinaia di profughi con l'aiuto dei suoi centocinquanta volontari. C'è chi si chiede, "be la differenza allora dove sta?"
Come mai per il capo redazione "goriziano" quelle erano azioni esemplari tanto da essere ancora oggi ricordate e portate come esempio, mentre le stesse azioni fatte oggi sono ipocrite e lucrose? Quelli erano profughi della ex Jugoslavia e questi sono afgani e pachistani. Quale la differenza?
Non è forse che le esternazioni fatte da Covaz in tutti questi anni sull'operato della Caritas, non siano altro che il prodotto biliare per un siluramento mai digerito fatto a suo tempo all'interno della stessa
http://www.italianiliberi.it/Edito14/cosi-anche-gli-agnelli-musulmani-scopriranno-il-lupo-dentro-di-loro.html
Una cosa è il "volontariato" un'altra il "sistema coop" (Compagnia delle Opere). Non confondiamo, furbescamente …
Quando uno con il suo agire agevola l'invasione di clandestini, pagati nutriti ed alloggiati con i soldi di milioni di italiani allo stremo delle forze che non ne possono più di crisi e criminalita, SI, è ipocrisia. Per tacer d'altro.
Non c'è una parola giusta. Nessuno "agevola": esiste, vengono. Quali soluzioni ci sono? Chiaro che vanno trovate, ma quando uno annega in mare, gli si tira il salvagente. Inoltre questi non sono soldi nè suoi, nè del comune, nè dello stato, ma della comunità europea. La criminalità viene dai poteri forti, dalle banche, dalle coop, dalla PA. I reati dei clandestini, come quelli degli italiani, sono poca cosa al confronto. Gli italiani sono allo stremo delle forze: è vero. Ma non è prendendosela con quelli che stanno peggio di noi e che vivono in questa situazione per le guerre che noi abbiamo fatto che le cose si risolvono. Prendiamocela con un sistema, un modello economico, non con il vicino di casa. Questo genera solo conflitti tra i poveri e i veri responsabili della crisi, che non sono i migranti, si tirano sempre fuori. Comunque è vero che bisogna agire da subito contro la povertà. Su questo le do ragione.
Ma don Dipiazza non aveva nessun consanguineo nelle cooperative.
Bisognerebbe capire veramente da cosa sta scappando tutta questa gente. Io credo che non lo sappiamo nemmeno i volontari che li aiutano. Comunque, giusto per puntualizzare, i soldi dell'unione europea sono per la maggior parte i soldi delle tasse dei cittadini di ciascun paese membro.
Senza nulla togliere al lavoro sincero dei volontari, va detto anche che uomini, giovani e sani, afgani e pakistani, chiedono asilo solo in Italia.
Negli altri paesi classiche mete d emigrazione (Russia e le straricche repubbliche d Asia centrale, – Kazakistan, Azerbaijan, Turkmenistan e poi Iran e Golfo – dove i loro connazionali si dirigono il concetto di asilo non esiste. Allora li la musica cambia, Nno chiedono asilo ma aspettano che altre mafie li facciano antrare come lavoratori. Sono gli stessi eh…dallo stesso villaggio, dalle stesse tribù. Improvvisamente non sono più perseguitati. Può non essere rilevante, però aprire una prospettiva visiva un poco più ampia ci aiuta a comprendere che l Italia (assieme all europa) deve cominciare a chiedere la collaborazione di altre nazioni extra europee.
Basta che chi fa queste pur legittime richieste non si chiami Zuttion, perche allora si che Cvaz Impazzisce.
Ma guardi,m siamo perfettamente d'accordo che nelal vicenda possano esserci altre verità, questioni non chiare, ecc. Il problema è che questi accertamenti, queste indagini, queste verifiche sacrosante le devono fare questura e prefetto. Noi diamo da mangiare a chi non ne ha e troviamo un tetto. Punto.
Certo. Ma quando l emergenza diventa cronica e si prolunga nel tempo, questo dar da mangiare e questo tetto cominciano ad avere dei costi che i volontari non possono più sostenere.
E non è giusto che operino a titolo gratuito se non come affiancamento estemporaneo, dato che questi servizi sono previsti dalla normativa.
Se ci sono dubbi, incertezze o sospetti la cosa migliore è farli emergere e discutere della cosa. Spargere veleni non è la cosa giusta. Il problema è che bisogna che la situazione venga presa in mano e gestita in modo chiaro da chi ne sa qualcosa, altrimenti sono chiacchiere. Attenzione perchè se la cosa non è gestita con determinazione, le conseguenze per tutta la città possono essere gravi. Qui è il prefetto che, coadiuvato da chi nel campo dell'immigrazione lavora da anni, deve intanto costringere i sindaci a prendere qualcuno nei comuni, come ha fatto Farra e S. Canzian, in modo intanto da non concentrare gente disperata in un unico posto, che ogni sera non sa dove dormire e tutto il giorno è costretta a vagare con il freddo.
Che senso ha svenarsi per centinaia di migliaia di clandestini di cui solo il 5% proviene da paesi realmente in guerra? Perche dobbiamo garantire gli alberghi a questi africani e tagliare il sostegno ai NOSTRI bambini e alle NOSTRE famiglie? Mi sembra un suicidio collettivo.
Pensa che se poi esiste la reincarnazione e nella prossima vita ti ritrovi per i casi della vita a nascere in Africa, a qualcuno potrebbe venire voglia di lasciarti morire di fame
Bisogna ammettere che questa è veramente bella…!
Dicesi "metempsicosi".
mauro
E mentre la gente convive con gli afgani oppure non li può vedere, il sindaco e il consiglio comunale cosa fanno? Dove sono la maggioranza e la opposizione?
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Giusto, niente metempsicosi, semplice dovere morale e giuridico, dal momento che l'Italia ha sottoscritto praticamente tutte le convenzioni sulla protezione internazionale da 60 anni ad oggi.
Chi vuol credere che le risorse per i richiedenti sono contese alla spesa sociale è un ingenuo o è in malafede, spesso entrambe.
Desidero esprimere la mia solidarietà ai firmatari dell’intervento, che su “Il Piccolo” di oggi ricevono da Roberto Covaz una risposta sorprendente, impertinente e di basso profilo. In buona compagnia con i Romoli e gli Ziberna, che adombrano il male a beneficio del proprio patrimonio di voti, e prendendosela con lo spirito di solidarietà di queste persone per il tempo – e, in qualche modo, il denaro – da loro spesi, il caporedattore di Gorizia senza accorgersene si avvicina agli insopportabili commenti che sempre più spesso si leggono su questo blog – naturalmente tutti partoriti da persone senza nome e cognome –, che fanno veramente passare la voglia di scrivere. Conosco alcuni dei firmatari della lettera e so che si tratta di persone generose ed altruiste, che nulla hanno a che fare con chi sfrutta in qualche modo la presenza dei profughi. Sappiano che sebbene io non abbia direttamente operato per la ricerca di cibo, vestiario o alloggio nei confronti degli afghani in quel momento privi dell’essenziale, posso ritenermi coinvolto dalla risposta per aver pagato bollette a chi non può farlo ed aiutato famiglie in difficoltà. Covaz non può escludere che i sottoscrittori in aggiunta abbiano fatto anche questo. Né un’accoglienza indiscriminata – ma aiuto a chi ha bisogno sì – né le posizioni leghiste sono da auspicare, ma una sapiente gestione a livello nazionale ed internazionale che preveda la premura e pretenda l’osservanza delle regole che qui sono in vigore (quanti italiani sono abituati a rispettarle?). Se gli organi istituzionali non affrontano questo tema di grande urgenza, non si può replicare in modo così ruvido a chi con onestà si dà da fare per sopperire alle prime necessità. Covaz squalifica se stesso se all’impegno replica con le sperequazioni del sistema, che altri devono appianare.
Personalmente la ringrazio dell'intervento. Non ci si capacita di suscitare questo livore da parte di un giornalista che dovrebbe essere equidistante e invece usa ironia, sarcasmo e insinuazioni per fare quello che lui chiama informazione