Proseguendo la riflessione del post precedente (e rispondendo al secondo commento)…
Cattolici e politica italiana dagli anni ’90: il punto di vista identitario
Se si guarda al Convegno della Chiesa italiana, Loreto 1985, la lente d’ingrandimento consente di approfondire le due linee, quella dell’identità e quella della mediazione.
La prima, sulla quale ci si sofferma per ora in questa riflessione, è rappresentata dai movimenti ecclesiali e soprattutto da Comunione e Liberazione. L’idea centrale è quella di un’appartenenza cristiana fonte di giudizio e di interpretazione culturale della realtà storica: l’annuncio evangelico costruisce comunione fra le persone e genera la liberazione dell’uomo da ogni schiavitù.
Dal punto di vista ecclesiale tale impostazione, piuttosto avversata dalle associazioni “storiche” e da parte dell’episcopato italiano, era invece molto apprezzata dal Vaticano e da papa Wojtyla, amico di Cielle già dai tempi dell’episcopato a Cracovia.
Il risvolto essenzialmente politico è legato a un impegno di servizio alla società sussidiario a quello dello Stato (il motto del tempo era più società meno stato), ritenuto più “garante” dei progetti degli enti intermedi che gestore dei servizi fondamentali alla vita del cittadino. Per la realizzazione dell’obiettivo è importante il sostegno di un “potere” non legato a particolarità idealità né vincolato alla moralità dei suoi rappresentanti, ma disponibile a sostenere ogni “opera” in cambio di un mero appoggio elettorale. Ciò spiega l’appoggio apparentemente incondizionato a Berlusconi (ma non al berlusconismo), a partire dagli inizi degli anni ’90, ritenuto uomo della provvidenza non per il suo esempio personale o per l’ideologia liberista, bensì per la costante attenzione nei confronti della “Compagnia delle Opere”, profondamente radicata nel tessuto della società italiana.
Le dimissioni di Ratzinger – forse sicuro di vedere al suo posto l’Arcivescovo di Milano Scola, ciellino della prima ora e massimo attuale rappresentante della linea identitaria – e l’imprevista elezione di Bergoglio hanno di fatto indebolito questa posizione nell’ambito del cattolicesimo nazionale: anche se costretti a far buon viso a cattiva sorte, difficilmente i “movimentisti” possono gradire il primato della relazione sull’identità e la forte accentuazione meno “compromissoria”, maggiormente social-rivoluzionaria e proprio per questo anche fortemente spirituale del cristianesimo latino-americano.
In ambito politico, la parabola discendente di Berlusconi e la sostanziale impotenza ideologica e strategica del centro sinistra e della sinistra socialista e comunista, hanno riaperto invece ampi spazi di manovra al cattolicesimo popolare, più vicino all’Azione Cattolica e allo Scoutismo cattolico – ma sostenuto anche da riviste di ampia diffusione come anzitutto Famiglia Cristiana – ambito di formazione dei politici democristiani dal Dopoguerra agli anni ’80 e di quelli vicini all’Ulivo prima, alla Margherita e all’ala centrista del Partito Democratico poi.
Andrea Bellavite
Commenti su Facebook
Ma, a livello locale, come ci piazziamo? Azienda sanitaria e Organizzazioni di volontariato sono state interessate?
Ormai siamo a Voce Isontina 2.
Capisco che chi è affezionato alla Ditta soffra per questi post, ma è proprio il fallimento dei comunisti che ha permesso a renzi e c.di andare al potere, dunque impariamo da chi domina da 2000 anni a causa dell'insipienza della sinistra e del suo perenne senso di inferiorità e del bisogno di essere "come gli altri"
tutto "odora" da sagrestia oramai… spero non il forum.
Buona serata a voi tutti.
Anonymus de Anonymis
Nessuna risposta. CL a Gorizia esiste? La Compagnia delle Opere è presente sul territorio?
Argomenti tabù!
In sagrestia facciamo abbeverare i cavalli
dei cosacchi
Io spero sempre che il blog tenga un elevato livello…
tante volte la discussione parte bene ma poi…. deraglia…!
mauro
La risposta all'Anonimo del 4 febbraio 18,52 può essere trovata sulle pagine de Il Piccolo di oggi.
Un'intervista più oggettiva rispetto a quella similare a Voce Isontina di un paio di settimane fa.
Una domanda: la cooperativa Minerva di Savogna (già gestrice del CIE/CARA di Gradisca) è stata interpellata dalla Prefettura prima della convenzione al Mosaico?
Una considerazione: come mai di queste vicende il Forum ne parla poco?
L'ultimo numero de L'Espresso ha descritto una situazione non particolarmente accattivante per Gorizia; perché ab non ha ritenuto opportuno segnalare questo aspetto?
Le considerazioni di Ambleto non valgono solo per la Danimarca, purtroppo.
ab cerca di scrivere solo ciò che ha il tempo e gli strumenti per un adeguato e sufficiente controllo. Ben vengano altri contributi, saranno postati senza alcuna limitazione, sempre che siano documentati e ovviamente firmati. Basta inviare le riflessioni a ndrbll@gmail.com
Immagino che l anonimo delle 18 55 che cita Shakespeare si riferisca alla frase pronunciata nell Amleto: c'è del marcio nel regno di Danimarca.