Ci sono notizie più importanti, ma per una volta cedo alla tentazione di scrivere qualcosa di personale, ad uso dei compagni del forum, degli altri affezionati lettori del blog e dei vivaci commentatori d’assalto.
Oggi il Messaggero Veneto mi dedica un richiamo in prima e due terzi della pagina di Gorizia, un onore inatteso ma anche un onere. Gli articoli – rispettosi e puntuali – sono di un ottimo giornalista, Christian Seu, che riporta con molta correttezza e con simpatia i contenuti dell’intervista telefonica dello scorso giovedì.
La precisazione riguarda quindi l’essenzialità dei titoli che richiede alcuni brevi chiarimenti.
Mi sono sempre sentito “prete a tempo pieno”. Ho sempre sentito (e anche pubblicamente ribadito) come un approfondimento e non una rinuncia alla mia vocazione la scelta di svestire la tonaca ufficiale per affrontare il mondo della politica amministrativa. Dal punto di vista teologico e sacramentale, chi si riconosce negli insegnamenti della chiesa cattolica crede che chi è prete lo sia per sempre, indipendentemente dalle scelte contingenti della vita. Dal punto di vista giuridico chi è a capo di una Diocesi può ritenere che un certo atteggiamento sia incompatibile con la linea di “quel momento” della chiesa; per questo nel 2007 mi fu inviata una lettera dal Vescovo nella quale venivo invitato a non esercitare atti di culto e forme pubbliche di ministero, “se fossi stato eletto sindaco o consigliere comunale”. La lettera garantì di fatto anche alla prefettura la regolarità della candidatura a sindaco, vietata anche dalla Legge al “ministro di culto nell’esercizio delle sue funzioni”. A quella missiva non seguì alcun atto giuridico ufficiale, tipo sospensione “a divinis” e tanto meno “dismissione dallo stato clericale”. Per questo, terminata la presenza in consiglio comunale nel 2012, mi sono sentito libero – in determinate ma non infrequenti circostanze – di celebrare l’Eucarestia e altri sacramenti.
Per me il prete deve essere “laico”, così come lo era Gesù, avendo come proprio riferimento morale il Vangelo dell’amore e della nonviolenza, fino alla disponibilità a dare la propria vita per tutti. Come tale, entra nel mondo della cultura e della politica con una propria specifica posizione, con la sua “testa” e non con quella di qualcun altro che gli debba imporre cosa pensare e cosa dire. Inoltre deve essere aperto all’ascolto e condividere la faticosa ricerca di una nuova sintesi culturale ed etica, portando la propria posizione a misurarsi e a lasciarsi mettere in discussione da persone che hanno altre visioni religiose, filosofiche, morali, della vita e del mondo. E’ secondo me abbastanza difficile realizzare questo obiettivo rimanendo nella “struttura” pastorale, è molto più impegnativo ed entusiasmante scendere dal pulpito e misurarsi con chi la pensa diversamente, rispettando le regole sempre mutevoli della democrazia e della libertà di pensiero.
E l’obbedienza al Vescovo, guida della comunità? Il Vescovo, dall’etimologia greca, è “colui che sorveglia” e ha tutto il diritto di “fermare” l’azione di un prete, non riconoscendo nel suo operato il “bene” per la comunità. A lui il prete è chiamato a dare obbedienza “filiale”, cioè non militare. Il figlio non è “obbediente” perché fa sempre quello che i genitori gli impongono, ma quando, con il coraggio della responsabilità e senza dimenticare gli insegnamenti ricevuti, decide di percorrere strade nuove ed autonome.
Il prete di domani, quello che sembra volere lo stesso Francesco, come guida di una comunità del nostro tempo, sarà oltre le divisioni tra le chiese, vivrà come gli altri del suo lavoro – operaio, insegnante, giornalista, agricoltore… – rifiuterà qualsiasi privilegio corrispondente al suo “status”, avrà una vita affettiva in armonia con il suo orientamento sessuale, sarà nel cuore della vita politica – con una propria specifica posizione di parte – e culturale, si dedicherà in modo particolare ai più deboli e ai più poveri. Sarà prete di Gesù, ma in un mondo multiculturale si confronterà con chi legge il Corano o segue gli insegnamenti del Buddha, aiuterà e si farà aiutare da chi si riconosce in prospettive filosofiche nuove, si lascerà trascinare nella dialettica degli opposti alla ricerca di una sempre fragile ma indispensabile verità quanto più possibile condivisa.
Con tutti i miei limiti, io nel 2007 ho iniziato un cammino di questo genere, certo di anticipare ciò che in futuro sarà considerato del tutto ovvio. Per questo non è vero che “torno” a fare il prete a tempo pieno. Non è vero perché lo sono sempre stato e sono convinto di continuare così.
Ah sì, sono ancora disponibile a candidarmi per essere sindaco di Gorizia? Certamente sì, ancor più tenendo conto della situazione attuale della città e consapevole dell’importanza che ha acquisito il Forum per Gorizia in questi anni di assenza “amministrativa”. Come più volte detto, preferirei che la futura “prima cittadina” sia una donna che conosca le caratteristiche storiche e culturali della città, che abbia esperienza di relazioni comunitarie e che abbia una sufficiente conoscenza della lingua slovena. Altrimenti, perché no?
Andrea Bellavite
Io rimango dell'idea che la Chiesa sia come la Ditta, dove ci sono persone per bene come Bersani e poi c'è Maran. Nella chiesa c'è chi abbraccia i trans e chi li vuole bruciare sul rogo. Andrea va giudicato, come diceva il buon Voltaire, per le opere e di opere ne ha fatte tante, in tanti anni e di vario tipo e quasi tutte bene (quasi, perchè le primarie con il PD sono state un'immane fregatura) Per quanto riguarda il resto, il Forum è per sua natura aperto alle persone intelligenti e con spirito critico. Auspico, a titolo personale, la presenza, che scarseggia molto, di persone che credano nella Chiesa rossa d'Oriente, che si rifacciano alle ideologie Novecentesche, che si ricordino le parole dell'Internazionale, che chiamino il loro figlio Gracco o Massimiliano. Questa è ormai la fede più in pericolo adg
A parte gli scherzi, ma a Gorizia è mancata e manca una cultura veramente laica. Noi abbiamo gente che crede più o meno spostata a destra o a sinistra, ma pensare alla Stella Matutina, all'opera di educazione solo maschile e cattolica delle classi dirigenti, mi fa arrabbiare molto. Qui l'egemonia della Chiesa è anche derivata dalle risorse che altri non avevano. Adesso basta con gli imprimatur dei preti e con il controllo che hanno esercitato sino a pochi anni fa sull'operato dei politici. Andrea almeno dalla chiesa per un po' è uscito, altri ci sono dentro fino al collo, anche se sembrano laici.
Senza il tuo consenso mi sono permesso di pubblicare nella mia bacheca questa spendida tua lettera trovando consensi inaspettati. Ti riporto i primi due commenti:
Flavia Iacchini E'una splendida lettera che mi sento di condividere in pieno.Grazie per quella definizione secondo la quale il prete deve essere "laico" e cioè rispondere al Vangelo.La penso proprio così.
Lola Lola Davvero una lettera viva e reale!!!E finalmente ,lo dico come cristiana…qualcuno ha capito Gesu'!!! Grande Andrea, chi non ti conosce non sa cosa si perde!!
Edi Bramuzzo ho letto con interesse e non posso che essere d'accordo con Andrea. La chiesa ha bisogno di un prete nuovo nel suo ascoltare e nel suo proporsi ,non legato a schemi obsoleti e fuori tempo che ancora oggi fanno della Chiesa un mito che bisogna sfatare. cambiare per essere in sintonia con un mondo che cambia.
Auguri a lei.
A me fanno tenerezza qui preti cristiani di Siria, Iraq, Pakistan, martiri coraggiosi umili e senza nome.
Ricordiamoli, loro e tutti i nostri fratelli e sorelle cristiani del mondo, torturati, incarcerati, uccisi (Asia Bibi, in carcere da 5 anni,allontanata dalla sua famiglia e dai suoi 5 bimbi e in attesa dell esecuzione dopo la sentenza di condanna a morte, perchè cristiana in Pakistan).
CL,compagnia delle opere,opus dei,ordine dei gesuiti…il potere politico della chiesa in Italia è molto più forte di quello che sembra.Se non hai i contatti giusti non vinci neanche un concorso per bidello.Si potrebbe andare avanti parlando di "Chiesa" e logge massoniche,ma il discorso sarebbe lungo.Purtroppo questa assieme alla criminalità organizzata è una delle maledizioni d'Italia.Liberarcene è pura utopia.
Grazie Andrea per avermi illuminato il cammino ancora una volta.
Pino Pisano