Sempre più spesso si sente parlare della difficoltà di comunicazione in ambito sanitario. Al di là degli episodi di conclamata malasanità a livello nazionale, quelle ospedaliere da “unità di servizio” sono diventate aziende, provocando, fra l’altro, la trasformazione del “paziente” in “utente”. Non si tratta soltanto di parole. La diversa concezione della cura porta con sé una grande differenza di approccio, al punto che, al di là della spesso eroica buona volontà dei soggetti coinvolti, la misura della qualità sembra essere spesso più legata alla capacità gestionale che al bene-stare dei malati e degli stessi operatori. Le radici di questa situazione, le cui conseguenze possono essere dimostrate da miriadi di segnalazioni relative a piccoli e grande disservizi, non sono da cercare nelle potenzialità caratteriali dei singoli – spesso “spremuti” fino allo stremo delle forze – ma nella concezione attuale della medicina. Quella che già Ivan Illich definiva la “medicalizzazione (interessata!) della società” viene descritta molto approfonditamente nel volume di Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia, Le parole delle medicina. Il testo è stato scritto nel 1979, ma la recente ristampa ne testimonia tutta l’attualità e l’urgenza. Se ne discuterà ampiamente stasera, martedì 17 marzo, alle ore 18 nella sede del Forum per Gorizia, con due noti “esperti”: Anna Di Gianantonio, insegnante e storica di professione nonché firma autorevole di questo blog e Adelchi Scarano, fino a qualche mese fa assai apprezzato responsabile della formazione e della comunicazione della (fu) Azienda Sanitaria n.2 Isontina. Veramente, da non perdere!
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