Il racconto domenicale di Vito Dalò è questa volta un salto nell’infanzia: sensazioni e ricordi di altri tempi, nel ricordo di un personaggio famoso di ulteriori altri tempi…
Era il 14 marzo, quando se ne andò da questo mondo.
Di lui se ne parlava molto a casa mia quando ero un bambino. Nel mio paese una via ricorda Cesare Battisti. In quella via sono nato e ho passato la mia infanzia. La mia casa era un grande stanzone diviso da tende che separavano i vari spazi. Lo spazio più “caldo” era quello in cui si discuteva molto, l’ingresso/soggiorno. In casa non avevamo né l’acqua potabile né la corrente elettrica. Di solito il sabato sera arrivavano diversi contadini, operai e il “segretario”. Il segretario veniva da Bari e “informava di politica e di azioni”. Le riunioni appassionavano i partecipanti perchè tutti discutevano con vivacità. Da ragazzo capii che quelle riunioni, illuminate da idee, da passione, da conoscenza e da una lampada a gas a combustione, erano semi clandestine. Capivo dai volti e dai toni che c’era paura che si sapesse. Spesso mi addormentavo prima che i partecipanti ospiti di mio padre nella nostra casa si salutassero con il pugno chiuso all’arrivo, e con un abbraccio alla chiusura della riunione. Si chiamavano compagni tra di loro. Le parole che (allora non ne capivo il significato) sentivo spesso erano: SCIOPERO, LIBERTA’, SALARIO, ORARIO DI LAVORO, CAPITALE E KARL MARX. Era il 14 marzo 1883, quando Marx ci lasciò. Il 14 di marzo di quell’anno una folla accorse al suo funerale nel cimitero di Londra. Contando il becchino erano in undici. L’epitaffio sulla sua tomba dice: “I FILOSOFI HANNO SOLO INTERPRETATO IL MONDO IN VARI MODI; ORA SI TRATTA DI CAMBIARLO”. Questo profeta della trasformazione del mondo e della riflessione passò la sua esistenza fuggendo dalla polizia e dai creditori. Sul suo capolavoro, commentò: “Nessuno ha scritto tanto sul denaro, avendone così poco. IL CAPITALE non mi ripagherà nemmeno le sigarette che ho fumato mentre lo scrivevo”. Di lui, Moses Hess disse: “ Egli unisce in sé lo spirito più mordace con la più profonda serietà filosofica: immaginati Rousseau, Voltaire, d’Holbach, Lessing, Heine e Hegel fusi in una sola persona … ecco il dottor Marx »
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