Il prossimo 14 aprile sarà inaugurata presso il Senato a Roma la mostra sul Novecento goriziano, promossa da Isonzo Soča e allestita in collaborazione con il Comune di Gorizia. E’ un appuntamento di grande importanza, dal momento che viene presentata in un luogo prestigioso, all’attenzione di un pubblico molto più ampio rispetto a quello ordinariamente legato alle vicende del territorio isontino.
L’esposizione, che ha ottenuto un interesse di gran lunga superiore alle previsioni nel corso della prima edizione collocata nella cornice del Museo di Santa Chiara a Gorizia, ripercorre con un’apprezzata documentazione fotografica i cento anni del “secolo lungo”. Le immagini, le riflessioni, i reperti accompagnano il visitatore in una sorta di accorata meditazione tra le tante memorie che caratterizzano i popoli e le culture di questa terra. Si scoprono eventi e interpretazioni inedite che consentono a ciascuno almeno di conoscere – se non di ri-conoscere – la posizione dell’altro; ci si immerge in un passato i cui segni sono ancora ben visibili nel pensiero e nell’azione del presente.
E’ logico che in un quadro così ampio si possono riscontrare carenze, l’intento non è certo quello di fornire un’enciclopedia completa dell’assai delicato periodo storico; le scelte tematiche risentono giustamente del tentativo di trovare dei punti di accordo tra coloro che le hanno pensate e proposte; c’è chi ha lamentato la mancata menzione dei nomi dei ricostruttori di Gorizia “della propria parte”…
Può essere tutto vero, ma nel momento in cui la Capitale accoglie un lavoro come quello portato avanti con grande tenacia da Dario Stasi e collaboratori, qualunque polemica è destinata a lasciare spazio alla grande soddisfazione: la storia di un territorio dalla vocazione internazionale, ma quasi sempre dimenticato dai più, viene portata finalmente su una ribalta nazionale importante. Tutto il resto viene dopo, anche il dibattito fra le diverse componenti della società goriziana, dialogo che la mostra stessa vuole peraltro intensificare e sollecitare.
Grazie Andrea, questo tuo intervento lo sento anche come un gesto di solidarietà nei miei confronti. Perchè non è stato facile realizzare questa mostra, e le difficoltà continuano anche se andremo al Senato. Dario Stasi
Un giusto riconoscimento alla tenacia tenace del direttore Stasi. Da tutti noi, anche da quelli che non possono partire, grandissimi complimenti! Che i barbari delle vecchie province scendano nelle mollezze della capitale è un bel segno. Non porteremo i nostri cavalli ad abbeverarsi nelle fontane ma i cartelloni in parlamento! Chi l'avrebbe detto ai tempi dell'intervento sul lapidario, quando recapitavano in redazione lettere con dentro m…a?
Ringrazio Stasi per l'impegno e la costanza dimostrata nel valorizzare le storie che identificano questo particolare territorio. Con l'augurio di continuare … nel farci riflettere e pensare politicamente. GRAZIE