L’incontro di ieri sera, introdotto da un’ottima sintesi del libro di Angelo D’Orsi, I chierici alla guerra, curata da Tommaso Montanari, è proseguito con un’appassionata testimonianza di Giacomo Cuscunà.
Il tema di fondo è stato quello dell’impegno degli intellettuali a favore delle guerre, con l’analisi dei meccanismi di consenso messi in atto da insospettabili letterati e professionisti dell’informazione, dal tempo del disastro di Adua fino alle recenti avventure belliche, dagli anni ’90 in poi. L’esperienza di Cuscunà, volontario fino al 2014 con diverse ong nella Turchia meridionale e nel Nord della Siria, ha consentito uno sguardo inquietante sui luoghi dove proprio in questi giorni “la terra brucia”, spaziando dal ruolo di personaggi come il presidente della Siria Assad, dei suoi oppositori e del misterioso e sanguinario stato islamico. E’ emerso il senso di disagio e di impotenza che attanaglia un po’ tutti di fronte alla domanda se esista un’alternativa alla guerra e alla violenza nel caso in cui si ritenga necessario “fermare” l’azione di incalliti dittatori o crudeli assassini. Le risposte sono state diverse, ma su una cosa c’è stato accordo: è indispensabile che il dibattito politico nazionale e internazionale si sposti dalla superficie e affronti questi temi alla radice, anche attraverso una revisione strutturale delle Nazioni Unite e una costante ricerca di un’autentica via alternativa all’interventismo ad ogni costo e al neutralismo senza se e senza ma.
Sono temi delicati e complessi, è vero: ma è anche stra-urgente affrontarli, perché è fin troppo facile che si ripetano scene di tragedie già viste.
Non concordo: io alla retorica del criminale assassino dittatore non ci credo più dopo tutte le balle che ho sentito sulle guerre umanitarie e sull'esportazione di democrazia, sempre fatta a senso unico. Dunque sono stata contraria all'intervento in iraq, libia, e prima ancora in serbia e dunque anche in siria. Mi dispiace: esistono le diplomazie, o altri strumenti di dissuasuione: le bombe servono a creare il disastro che vediamo adesso nel dopo Gheddafi.
Io che in qs paesi cj vivo concordo con il commento della anonima delle 15.25.
E data la natura dei popoli in questione, che piaccia o no la forma di governo che adottano risponde perfettamente alle loro esigenze.
Con Gheddafi in Libia filava tutto liscio, le tribù della società libica tradizionale erano gestite, il paese era era in pace ed era uno dei pochi al mondo con debito sul pil pari a zero.
….filava tutto liscio come l'olio (di ricino)
Questo è un commento di chi non ha idea di cosa ci sia fuori da corso italia a Gorizia.
Personalmente oltre ad essere italiano sono anche cittadino naturalizzato di un paese del nord Africa, ed i miei connazionali possono ben spiegarle, se crede, la differenza, se proprio non la vede con i suoi occhi. O se crede, possiamo farle un disegno.
Quello che capita in Siria, lo potete ben leggere nell'intervento del delegato all'ONU del governo legittimo della Siria su questo link: http://www.reseauinternational.net/syrie-la-resolution-2209-etape-supplementaire-en-vue-dune-future-agression-occidentale/, è scritto in francese ma si capisce benissimo che tutto quanto accade lì non succede a caso, ma per diretta aggressione dell'Occidente.
Fraterni saluti. Anonymus de Anonymis.
P:S. ne ho fatta anche la traduzione in italiano, se vi interessa fatemelo sapere su questo Forum, che poi la invio ad Andrea Bellavite per email.
Concordo perfettamente con te per quanto dici, ed in merito alla Siria puoi vedere un po' più sotto il mio post odierno delle ore 10.07 con l'utile link su reseau international.
Fraterni saluti Anonymus de Anonymis
Grazie di cuore Anonymus. E' veramente molto interessante, provo a vedere come inserire la traduzione nella parte destra del blog.
Leggo il rapporto: ulteriore conferma di quanto si diceva sulla guerra: il regno della menzogna. Chiunque affermi ancora la guerra umanitaria e la difesa dei diritti si scontra con la realtà dei fatti, documentata a fianco.