Oggi un assist ai “nostri” commentatori più vivaci.
La Slovenia approva le nozze tra persone omosessuali e riconosce anche il diritto all’adozione dei figli. E’ il primo paese dell’Unione europea e il tredicesimo al mondo a compiere un simile passo. L’amore fra due persone dello stesso sesso può trovare espressione nella dimensione pubblica del matrimonio, viene legalizzata un’altra fra le tante possibili forme di “famiglia”. E’ cambiato il paradigma filosofico e il concetto antico di “natura” è stato messo in discussione circa 400 anni fa. Sembra logico che le normative civili prima o poi si adeguino all’approfondimento del concetto di “persona” e delle relazioni che essa genera. In realtà non c’è nulla di scontato: mentre i “vicini” corrono e aggiornano le proprie leggi, in Italia si discute ancora sui “registri delle unioni civili” (a Gorizia in questi giorni i radicali raccolgono le firme per l’istituzione nel Comune).
La chiesa slovena intanto si pone come capofila nella richiesta del referendum abrogativo. Stando a ciò che scrivono i quotidiani, sembra che i parroci debbano invitare i fedeli a firmare, istituendo degli appositi banchetti davanti alle chiese. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il vescovo di Roma Francesco: è giusto che la Chiesa si getti direttamente nella mischia e in modo così impegnativo si schieri a favore di una “battaglia” contro una legge dello Stato che mira a riconoscere dei diritti a una categoria specifica di persone? Dato il suo silenzio non sulle questioni morali – sulle quali si è pronunciato spesso ribadendo sostanzialmente la dottrina tradizionale – ma sui pretesi “principi non negoziabili in politica”, c’è da dubitare che abbia approvato la volontà dei vescovi sloveni di sostenere apertamente il referendum.
Tanto più in una Nazione nella quale la chiesa cattolica è ai livelli minimi di stima e considerazione, anche a causa della commistione in “affari” finanziari che poco o nulla hanno a che fare con la proclamazione del vangelo.
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forse i Sacerdoti Sloveni, a differenza di alcuni italiani, hanno ancora in mente la differenza tra una Chiesa ed un centro sociale.