Non è retorico dire che la morte di Silvano Bacicchi lascia un grandissimo vuoto. Non solo nell’ANPI, l’associazione che lui diresse per ben 24 anni – dal 1985 al 2009 – sostenuto dalla stima e dall’affetto di tutti gli iscritti che lo vollero poi come presidente onorario, ma soprattutto negli storici, negli intellettuali, negli studenti che lui accolse, cui diede suggerimenti, pubblicazioni, indicazioni per ricostruire con la maggiore chiarezza possibile la storia del nostro territorio. Una caratteristica rendeva a mio parere unico Silvano Bacicchi: la grande apertura mentale, la capacità di comprendere, di capire le ragioni dell’altro. Così fu eccezionale a raccontare come i giovani decidessero di andare in montagna dopo l’8 settembre e poi il bisogno di cambiamento radicale degli operai di Monfalcone dopo la guerra. Narrò l’incredibile sciopero del ’46, che praticamente chiedeva la rivoluzione e per il quale fu costretto a scappare in Jugoslavia per sfuggire all’arresto da parte degli Alleati, raccontò il ritorno a casa avventuroso su una barca, dopo la risoluzione del Cominform, per sfuggire alla possibile repressione di Tito, la sua grande disponibilità verso quei comunisti che erano andati a “costruire il socialismo” in Jugoslavia e tornavano feriti dall’esperienza del carcere e senza lavoro. Una storia epica ed interessante che ancora pochi conoscono e che rendono unica l’esperienza delle tute blu e dei contadini monfalconesi. Bacicchi, nato nel ’23 nel quartiere operaio di Panzano, era un intellettuale che aveva fatto l’operaio, una categoria di politici legati alle lotte del loro territorio che il PCI seppe allora valorizzare. Era una persona che conosceva i problemi del lavoro, della precarietà e della disoccupazione, credeva e difendeva la Costituzione, giudicava, come dice nell’ultimo scritto che sarà pubblicata da Isonzo Soča, la politica una passione per l’uguaglianza e la giustizia e questa sua onestà e limpidezza la si percepiva con chiarezza. Oltre all’ultimo scritto, Bacicchi aveva registrato una lunga intervista sulla storia della sua vita e del suo impegno politico. Il Forum si impegna a proiettarla, cosicchè tutti possano vedere chi era e come pensava Silvano Bacicchi. Un abbraccio forte alla figlia Sonia. adg
Trovo tutti i commenti pleonastici e stupidi. Non c'è niente da dire e da commentare. Ognuno si confronti con la propria coscienza (se ne possiede una, altrimenti cerchi almeno di contenersi).
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Concordo con quest'ultimo testo. Inoltre tutti i commenti precedenti non avevano nulla a che fare con il tema del post. Per rispetto nei confronti di un grande protagonista della storia del territorio goriziano, mi è sembrato opportuno intervenire…
E' sempre quello lì che inizia,saggio sarebbe ignorarlo ma talvolta,anzi sempre le uscite di questo personaggio danno il voltastomaco.Qualcuno riesce a contenersi qualcun altro no e gli risponde a modo.Se questo figuro se ne andrebbe in qualche forum di suoi simili sarebbe molto meglio,ma visto che non sa come sprecare il suo inutile tempo e la sua inutile esistenza ce lo dobbiamo purtroppo subire.Come alternativa estrema consiglierei il forum di dotarsi di un moderatore mooolto super partes…
Storie di lotte di classe,lotte operaie che sono state fatte per vedere riconosciuti diritti e soprattutto dignità nel lavoro.I tempi oggi sono cambiati drammaticamente in peggio,e la classe imprenditoriale(o anche padronale,termine che visti i tempi si può di nuovo chiamare così)è tornata a farsi arrogante,grazie anche alla meschina servitù della classe politica.E la classe operaia? Praticamente è scomparsa.Non che non esistano più gli operai,ma sono persi nelle loro guerre tra poveri,nei suv comprati a rate nelle domeniche nei centri commerciali,nella corsa sfrenata a scimmiottare i loro padroni per poter credersi simili a loro.Scioperi e lotte non se ne fanno quasi più.La paura "tengo famiglia,ho il mutuo da pagare" o più semplicemente"a me di questioni sindacali e politiche non me ne frega niente" sono le frasi che si sentono più spesso.Il periodo di relativo benessere degli anni 80 e 90 ha diciamo "rammollito" la nuova classe operaia facendogli credere che sarebbe andata sempre bene,lavoro fisso, paghe decenti…invece questa crisi artefatta e creata ad arte ha fatto tornare in auge lo sfruttamento e sta distruggendo anche la dignità di molte persone.Fa bene questo forum di ricordarci di persone come Silvano Bacicchi,soprattutto in questi tempi dove i diritti sono tornati ad essere calpestati.Serve di nuovo un' identità di classe per poter garantire giustizia e dignità,anche a costo di lotte e sacrifici.