Circa 600 persone, gran parte giovani, hanno partecipato questa sera, venerdì santo, alla Via Crucis cittadina, da Piazza Vittoria al castello di Gorizia. Le tradizionali “stazioni” sono state caratterizzate da una forte critica al “sistema” capitalista della mercificazione e del consumo che porta i poveri ad essere sempre più poveri e i (sempre più pochi) ricchi ad essere sempre più ricchi. Molto efficace è stata anche la riflessione finale del Vescovo Redaelli che domandandosi “quanto valga un uomo” ha notato che spesso il valore attribuito a una persona è inferiore ai trenta denari per i quali è stato venduto Gesù. “Cento anni fa, i giovani sulle nostre colline – ha detto – venivano uccisi con le mazze e le baionette perché per i loro capi valevano meno del costo di una pallottola”. Non sono mancati riferimenti all’attualità, al dramma del Kenya e alla responsabilità di vivere e comunicare la speranza che compete ai discepoli di colui che è stato crocifisso. Certo, una presenza così numerosa e partecipe a un gesto liturgico, ma anche nobilmente “politico”, è un elemento di forza e conforto in una città che a volte sembra tanto arida e deserta.
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