Ci fu un tempo in cui la Gorizia del dopoguerra aveva un luogo importante di elaborazione culturale e di formazione dei giovani. Era la Stella Matutina degli anni ’60 e ’70, dove i gesuiti inviavano i loro più preparati sacerdoti e fratelli laici, per offrire al mondo cattolico locale un punto di riferimento straordinario sia per elaborare una lettura “goriziana” degli avvenimenti del tempo, sia per preparare giovani in grado di assumere importanti responsabilità amministrative e sociali.
Padre Sergio Katunarich, foto da La Voce del Popolo |
Si svolgevano regolarmente straordinari cineforum, una biennale d’arti figurative che coinvolgeva artisti da tutta Europa, tavole rotonde e dibattiti ad alto livello… I più giovani potevano partecipare addirittura a una redazione che pubblicava un apprezzato periodico, Beata Gioventù, mentre le prese di posizione che provenivano dalla Stella suscitavano accordo, costruivano ponti di dialogo, a volte provocavano accesi dibattiti tra le diverse componenti della società isontina.
Al centro di questa promozione culturale c’era un uomo di straordinaria intelligenza e di grande caparbietà, pronto a gettarsi in mille “battaglie”, ma anche capace di investire il suo cuore buono nel dialogo e nell’amicizia proposta anche ai più irriducibili avversari. Si trattava di Padre Sergio Katunarich, rimasto tanti anni a Gorizia e poi trasferito a Roma, dove è stato un apprezzato scrittore, storico e collaboratore della prestigiosa rivista Civiltà Cattolica. Ha lasciato questo mondo in questi ultimi giorni, all’età di 92 anni, indomito assertore della fede cattolica, rappresentante intelligente e appassionato della sua terra d’origine, convinto costruttore di una politica fondata sulla cultura. Un uomo d’altri tempi, si potrebbe dire nel migliore dei sensi che questa espressione può avere, che ricordiamo con affetto e nostalgia.
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